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BMW fa registrare il peggiore trimestre dal 2009 a causa del crollo del 25% delle auto;
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Commerzbank è aumenta gli accantonamenti per i crediti in sofferenza per via del fallimento di Wirecard;
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In Borsa il titolo Commerzbank comunque risulta molto intonato
Il Covid non ha pietà. Quasi tutte le società, piccole o grandi che siano, hanno presentato conti nei primi due trimestri dell'anno inquinati dall'effetto della pandemia. A farne le spese stavolta due colossi dell'apparato industriale e finanziario tedesco: BMW e Commerzbank. La casa automobilistica ha chiuso il secondo trimestre in rosso per la prima volta da oltre 10 anni, mentre l'istituto di credito ha messo una pietra tombale sull'obiettivo di ottenere un profitto per l'intero anno dopo la vicenda Wirecard.
BMW: con Covid prima perdita trimestrale dal 2009
I conti dicevamo non sorridono alle due aziende tedesche. I produttori di auto sono stati letteralmente massacrati in questi mesi in cui il Coronavirus è entrato nelle nostre case. E la scia negativa ha travolto anche il leader tedesco partecipato dallo Stato che ha perso ben 666 milioni di euro in questo trimestre. Nei primi tre mesi dell'anno l'utile operativo era stato di 2,2 miliardi di euro. Bisogna risalire alla crisi finanziaria del 2009 per vedere un risultato di questa portata che è stato peggiore rispetto alle stime del consensus. Il crollo è determinato per gran parte dalla drastica riduzione del 25% della domanda di auto di lusso durante il periodo di lockdown.
Per quest'anno le previsioni dell'EBIT sono state ridotte a una forbice compresa tra lo 0% e il 3%, mentre prima della pandemia venivano date in un range tra il 2% e il 4%.
L'unica notizia lieta arriva dalla ripresa della domanda in Cina a partire dal mese di aprile, il che ha fatto registrare un aumento di volumi proveniente da quella zona. Questo fa ben sperare in quanto BMW inizierà a produrre l'auto elettrica iW3 a Pechino quest'anno.
Commerzbank: 2020 in rosso con Wirecard e NPL
Commerzbank deve fare i conti con i crediti in sofferenza e il costo che ne consegue per via del fallimento di Wirecard . Nel secondo trimestre la banca tedesca ha stanziato 469 milioni di euro per coprire la falla degli Npl, che è la cifra più alta dal 2013. Di questi 175 milioni derivano dalle perdite sulla Fintech tedesca.
Altri accantonamenti sono in arrivo fino a giungere a 1,5 miliardi per tutto il 2020. Questo con ogni probabilità farà scivolare i conti in rosso alla fine dell'anno, sebbene già gli analisti avessero stimato una perdita di 300 milioni di euro a causa del Covid. Già nel secondo trimestre l'utile netto è crollato del 21% a 220 milioni, rispetto ai 279 milioni del 2019.
Adesso la priorità secondo il Chief Financial Officer, Bettina Orlopp, è quella di ridurre i costi in maniera radicale. In verità, prima delle dimissioni nel mese scorso del CEO Martin Zielke, vi era un piano di taglio delle spese da presentare proprio in occasione della pubblicazione dei dati del secondo trimestre. Il programma prevedeva una ristrutturazione aziendale, con la chiusura di gran parte delle filiali soprattutto all'estero e la riduzione del 25% del personale.
Se si fa il raffronto con la trimestrale brillante della principale banca italiana, Intesa Sanpaolo, viene da rilevare una specie di anomalia di come l'andamento delle due banche rispecchi poco quello delle economie nazionali.
BMW e Commerzbank: la reazione dei titoli in Borsa
Il titolo BMW perde poco più del 2% nelle contrattazioni di oggi nella Piazza di Francoforte. Dall'inizio dell'anno le quotazioni sono scese del 23%, ma hanno recuperato il 53% dai minimi di marzo durante il momento più drammatico della pandemia.
La reazione delle azioni Commerzbank sui mercati finanziari invece è opposta. Nella Borsa tedesca il titolo viaggia spedito con un guadagno del 4,75%, riducendo così al 15% la perdita dall'inizio dell'anno. Il mese più difficile per la banca partecipata dallo Stato è stato il mese di maggio dove le quotazioni hanno toccato un minimo di 2.812 euro. Oggi le azioni sono arrivate a 4,773, quindi con un recupero del 69%.