Il nulla di fatto al momento su un accordo tra repubblicani e democratici statunitensi per quanto riguarda il tetto al debito USA, indebolisce i mercati azionari del Vecchio Continente che si avviano a chiudere le contrattazioni in deciso territorio negativo. In questo contesto ad indebolire ulteriormente il sentiment degli investitori anche i nuovi casi di Covid in Cina, che potrebbero portare il Paese asiatico a nuove restrizioni. Su queste basi non sorprende il sell-off che ha colpito il Ftse Mib che, dopo aver perso l'importante soglia supportiva di breve posta sui 27.000 punti, si è spinto verso i minimi delle ultime settimane in area 26.500 punti. Dal punto di vista operativo la pedita di quest'ultimi livelli andrebbe ad indebolire ulteriormente la struttura grafica del nostro mercato, con possibili ulteriori affondi fin verso i 26.000 punti. Tra i titoli che a Piazza Affari sono oggetto di vendite troviamo Tim, dopo che nelle ultime ore si è fatta sentire Macquarie nei confronti del suo alleato CDP. Andiamo a vedere di cosa si tratta.
Tim: Macquarie diffida CDP a rispettare obblighi
In attesa della deadline fissata per il prossimo 9 giugno per quanto riguarda le offerte sulla Rete, nelle ultime ore si è fatta sentire Macquarie che ricordiamo essere in cordata con CDP per rilevare l'asset messo in vendita da Telecom. Secondo alcuni rumors, il fondo di investimento australiano avrebbe chiesto a Cassa Depositi e Prestiti di rispettare non solo gli obblighi sottoscritti per Open Fiber, che vede CDP avere il 60% e Macquarie il 40%, ma, prima di fare un ulteriore offerta migliorativa per NetCo, di farsi anche carico dei rischi Antitrust.
Inoltre nella lettera inviata alla società guidata da Dario Scannapieco, Macquarie diffiderebbe CDP dal fare eventuali accordi con KKR, considerando sia il vincolo di esclusiva ma anche il fatto che il fondo statunitense è anche azionista con oltre il 37% di FiberCop, competitor di Open Fiber. Le notizie di queste ultime ore si inseriscono all'interno di altri rumors, che nei giorni scorsi parlavano di un possibile intervento di F2i a supporto del consorzio CDP-Macquarie. L'obiettivo di un possibile inserimento di F2i sarebbe quello di migliorare in maniera risolutiva l'offerta per la Rete, avvicinandosi in questo modo alle richieste dell'azionista di maggioranza Vivendi che sono poste vicino ai 30-31 miliardi di euro. Andiamo ora a vedere cosa ci suggerisce l'analisi tecnica sull'azione.
Azioni Tim: analisi tecnica e strategie operative
È stata una seduta in deciso ribasso quella odierna per il titolo Tim con i prezzi che, allontanandosi nuovamente dalle forti resistenze poste nei pressi degli 0,28-0,285 euro, scendono sotto la soglia dei 0,27 euro. Nel breve termine il mancato recupero di questi livelli dovrebbe far proseguire la fase correttiva odierna fin verso i minimi di inizio maggio situati in area 0,25 euro. L'eventuale perdita di questi supporti andrebbe ad indebolire pericolosamente la struttura grafica, con possibili ulteriori correzioni prima verso gli 0,24 euro, dove transita la media mobile di lungo periodo, e a seguire in direzione degli 0,225 euro. Fondamentale sarà la tenuta di questi ultimi supporti, per evitare un ritorno del titolo sui minimi dello scorso dicembre posizionati sulla soglia degli 0,2 euro.
Al contrario una ripresa degli 0,27 euro potrebbe riportare il titolo a mettere sotto pressione le resistenze a 0,28 euro. Dal punto di vista operativo una conferma oltre tali livelli, dove troviamo anche il Supertrend daily, metterebbe in un angolo la fase ribassista che aveva caratterizzato la seconda parte di aprile, aprendo le porte ad una prosecuzione del recupero in direzione degli 0,29 euro e successivamente verso gli 0,3 euro. Nel caso in cui anche queste resistenze dovessero essere superate, crescerebbero le chance di tornare a mettere sotto pressione di top di periodo situati in area 0,325 euro. Sarà solo superando queste ultime aree che si avrebbe un rafforzamento del trend, con possibili nuovi obiettivi rialzisti situati sugli 0,35 euro.
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