Si prospetta un'apertura all'insegna della debolezza sui principali mercati azionari europei su cui impattano i verbali del FOMC, riferiti alla riunione del 25 e 26 gennaio, che vedono una Fed accelerare il ritmo sul rialzo dei tassi di interesse.
In questo contesto il nostro FTSE Mib, dopo aver chiuso sotto la soglia dei 27.000 punti nella serata di ieri, cercherà di mantenersi sopra i primi supporti situati nei pressi dei 26.650 punti per evitare un nuovo indebolimento del trend rialzista. Tra i titoli che andremo a monitorare per la seduta odierna troviamo Tenaris, che poco fa ha comunicato i dati del 2021. Andiamo a vederli nel dettaglio.
Tenaris: i risultati finanziari del 2021
Tenaris ha chiuso l'ultimo anno con ricavi pari a 6,52 miliardi di dollari, in aumento del 27% rispetto ai 5,15 miliardi realizzati 2020. Il giro d’affari dell’azienda ha beneficiato dell’aumento delle vendite nelle Americhe, in seguito alla forte crescita delle attività di perforazione di petrolio e gas.
La marginalità è salita dal 12,4% al 20,8%, raddoppiando i livelli pre-pandemia. In miglioramento anche il risultato operativo, passato da un rosso di 663,07 milioni di dollari a un valore positivo di 707,51 milioni di dollari.
In questo contesto l'utile netto è stato di 1,1 miliardi dollari, che si confronta con il negativo di 634,42 milioni di dollari contabilizzato l’anno precedente. L’utile per azione è stato di 0,93 dollari e la società ha proposto la distribuzione di un dividendo 2022 per un ammontare complessivo di 484 milioni di dollari. Il management di Tenaris prevede infine sia un’ulteriore crescita delle vendite nel primo semestre del 2022, che un miglioramento della marginalità.
Tenaris: analisi tecnica e strategie operative
Non si arresta l'ottimo stato di forma delle azioni Tenaris, che proseguono il trend rialzista partito a dicembre da 8,70 euro e che ha spinto i prezzi nella giornata di ieri a chiudere a 11,855 euro. Nel breve periodo tutte le fasi correttive che riportano il titolo in direzione dei 10,80-11 euro, rappresenterebbero delle occasioni di acquisto, con primi target la soglia degli 12 euro.
L'eventuale rottura di questi ultimi livelli andrebbe a rafforzare ulteriormente il quadro grafico di fondo, aprendo la strada ad ulteriori allunghi verso i 12,40 euro e, a seguire, verso i massimi del 2019 posizionati oltre l'area dei 13 euro.
Al contrario, segnali di indebolimento del trend si avrebbero con discese sotto i 10,80 euro, con primi target ribassisti sulla chiusura del gap up lasciato aperto il 26 gennaio in area 10,30 euro e successivamente l'intorno dei 10 euro.