La carenza di semiconduttori sta diventando un problema molto stringente che limita la crescita in vari settori dell'industria mondiale che utilizza i chip come supporto tecnologico. L'interruzione della catena di forniture generato dalla pandemia ha reso evidente uno squilibrio di mercato la cui manifestazione era comunque da tenere in conto.
Anni di sotto-investimenti si sono fatti più che mai sentire e, secondo gli esperti, il deficit di semiconduttori potrebbe prolungarsi almeno fino al terzo trimestre del 2021, facendo nel contempo aumentare il prezzo. Il riflesso su alcune grandi aziende nel mercato sarà parecchio dannoso.
General Motors, ad esempio, sospenderà o limiterà la produzione in quattro impianti tra Stati Uniti, Messico, Canada e Corea del Sud proprio per mancanza dei chip che utilizza nelle auto. Mentre Samsung, che è il principale produttore di smartphone al Mondo, valuta se espandere la propria capacità produttiva di semiconduttori, vista la situazione di emergenza.
Governo USA: in arrivo nuovi finanziamenti per i chip?
Il Governo americano comunque non è stato fermo di fronte a questo imminente problema. All'inizio di quest'anno, il Congresso ha approvato incentivi fiscali alle società americane che producono chip con lo scopo di ampliare la loro capacità produttiva. Nel National Defence Authorization Act, diventato legge a gennaio, però non sono stati previsti finanziamenti alle imprese per sostenere la produzione, la ricerca e lo sviluppo.
Cosa che potrebbe fare l'Amministrazione Biden attraverso il piano infrastrutturale Build Back Better. In base ad alcune indiscrezioni, la spesa erogata sottoforma di sovvenzioni potrebbe arrivare fino a 37 miliardi di dollari, di cui circa 20 miliardi per la produzione di chip e 17 miliardi destinati alla ricerca e allo sviluppo.
JP Morgan: quali società beneficeranno della carenza dei semiconduttori
Sulla base di un'analisi effettuata da JP Morgan, vi sono alcune aziende americane che trarranno grande vantaggio da questa situazione, anche perché saranno in prima linea per ricevere i fondi e gli incentivi distribuiti dal Governo.
Tra queste vi sono le società che hanno determinate qualifiche relative alla Difesa, come Intel, Micron Technology, Texas Instruments e On Semiconductor. Anche quelle che producono apparecchiature per la produzione di chip come Applied Materials e Lam Research sarebbero favorite dai piani di stimolo.
Per quanto riguarda i produttori di chip che hanno sede a livello internazionale ma operanti negli Stati Uniti come Taiwan Semiconductor Manufacturing e NXP Semiconductors , secondo gli strategist della banca d'affari statunitense, otterranno anch'essi sicuramente dei benefici, ma in misura minore rispetto alle società made in USA.
Bisogna comunque ricordare che NXP Semiconductors guida l'indice PHLX Semiconductor, che nell'ultimo anno ha guadagnato qualcosa come il 94%. Secondo gran parte degli analisti la crescita non si arresterà fino a quando la domanda di chip utilizzati negli elettrodomestici, nel pc, nei videogiochi, nelle auto e negli smartphone si mantiene al di là della capacità produttiva dei semiconduttori.