Lo scorso 28 luglio il responsabile della Vigilanza della BCE, Andrea Enria, ha dichiarato che
la raccomandazione dell’Eurotower di estendere il blocco dei dividendi e dei buybacks per le banche fino al 2021
riguarda solo i dividendi cash e non gli scrip dividend.
In sede di pubblicazione dei risultati del secondo trimestre 2020 Santander, secondo gruppo bancario europeo per capitalizzazione, ha deciso che utilizzerà questo tipo di dividendi al fine di remunerare gli azionisti per l’esercizio 2019.
Lo scrip dividend è una forma di pagamento del dividendo basato sull’assegnazione di utile ai soci con azioni di nuova emissione. Questi titoli derivano da un aumento di capitale a titolo gratuito da parte della società interessata. Vediamo insieme le specifiche e il funzionamento di questa tipologia di cedola.
Scrip dividend: cosa sono e come funzionano
I dividendi sono una forma di distribuzione dell’utile utilizzata dalle società al fine di remunerare i propri azionisti e rappresentano uno dei motivi principali che spingono gli investitori all’acquisto di titoli che mettono a rischio il loro capitale. Dal punto di vista dei soci delle quotate, il guadagno totale delle cedole viene ottenuto moltiplicando il numero dei titoli posseduti per l’ammontare del dividendo.
Di norma le cedole sono erogate in contanti ma
a volte questo non è possibile. Alcuni casi sono l’assenza di profitti, la necessità di capitalizzazione delle aziende interessate o, come nel caso recente, un’autorità superiore blocca la loro erogazione in denaro. Lo scrip dividend prevede l’assegnazione di utili agli azionisti con azioni di nuova emissione ma, in casi normali, i titolari di azioni possono comunque richiedere il pagamento in contanti.
Scrip dividend: a chi spettano?
Chiunque possieda anche solo un titolo di una società nel giorno precedente a quello di stacco ha diritto alla distribuzione del dividendo. Questa data è stabilita dall’Assemblea degli Azionisti e solitamente precede di pochi giorni quella il pagamento.
Ricordiamo inoltre come nel giorno di stacco chiunque possieda titoli può decidere di vendere tutta la sua partecipazione al capitale dell’azienda senza perdere il diritto di incassare il dividendo.
Sono tre le opzioni per chi dovesse ricevere gli scrip dividend:
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Vendere i diritti di sottoscrizione ricevuti alla stessa società emittente, in modo tale da ottenere un dividendo in contanti (non è sempre previsto);
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Vendere i diritti di sottoscrizione in Borsa;
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Accettare i diritti di sottoscrizione aumentando la loro quota di azioni in portafoglio e, di conseguenza, la loro partecipazione al capitale della società.
Scrip dividend e dividendi tradizionali: quale scegliere?
La distribuzione di un dividendo in contanti rappresenta la più immediata dimostrazione della solidità e della salute di un'azienda.
Lo scrip dividend non incide sulla liquidità di cassa e può essere distribuito dalle società senza doversi curare della loro situazione patrimoniale.
La remunerazione in azioni è conveniente per coloro i quali
credono nel modello di business di una certa società e pensano sia sottovalutata in Borsa. Con lo scrip dividend questi soggetti possono vedersi riconosciute nuove azioni
senza dover pagare la tassazione prevista per i dividendi cash.
La Legge di Bilancio 2018 ha previsto un’
aliquota secca del 26% sui dividendi percepiti dall’esercizio 2018 da persone fisiche non in regime di impresa. Le società di persone e le persone fisiche in regime di impresa sono invece soggetti ad una
tassazione progressiva IRPEF sulla base imponibile del 58,14%. Per le società di capitali, la base imponibile è uguale al 5%. Chi desidera gli scrip dividend, spera in un guadagno legato ad un futuro rialzo delle quotazioni azionarie.