Saudi Aramco ha comunicato i risultati finanziari del 2020. I dati parlano da soli: il crollo degli utili netti è risultato pari al 44% a causa della pandemia di Covid-19, che ha bloccato i consumi di petrolio e derivati e ha fatto crollare il prezzo del greggio nella prima parte del 2020.
Tuttavia, il dividendo promesso a ottobre 2019 per l’esercizio 2020 è salvo. Nessun rischio per gli azionisti. Il colosso petrolifero, che di recente ha subito un attacco terroristico, ha comunicato che distribuirà i 75 miliardi di dollari di dividendi previsti. Il CEO Amin Nasser, ha ad ogni modo ammesso che si è trattato di uno degli anni più sfidanti della storia recente della compagnia petrolifera.
Saudi Aramco: crollo utili non ferma il super dividendo da 75 miliardi di dollari
La compagnia petrolifera di Stato ha riportato un utile netto 2020 pari a 49 miliardi di dollari USA, contro gli 88,19 miliardi di dollari del 2019. È stato un calo del 44% rispetto all'anno precedente.
Il free cash flow è sceso, anche del 40%, a 41 miliardi di euro, ben al di sotto di quanto l'azienda si propone di pagare sotto forma di dividendi (75 miliardi di dollari). Un risultato che resta comunque migliore rispetto a qualsiasi altra grande compagnia pubblica a livello globale. Per continuare a pagare questo dividendo, la società ha contratto più debito.
La produzione media di greggio di Aramco è scesa a 9,2 milioni di barili al giorno nel 2020, la più bassa dal 2011. Ciò è dovuto ai tagli alla produzione che il cartello OPEC+ - di cui Arabia Saudita e Russia sono de facto leader - ha iniziato a maggio per sostenere i prezzi. Riyadh ha condotto una breve guerra dei prezzi con Mosca prima di quella, pompando a livelli record e causando un crollo dei prezzi.
In questo contesto vanno inquadrati i dati pubblicati questa domenica da Aramco, azienda che a fine 2019, quando ha immesso sul mercato il 2% del proprio capitale , ha superato Apple diventando - per alcune settimane - la più grande società quotata del mondo.
L'Agenzia Internazionale dell'Energia prevede che la domanda di petrolio quest'anno sarà in media di 96,5 milioni di barili al giorno, circa tre milioni in meno rispetto al 2019, quando nono potevamo ancora sapere nulla circa la crisi sanitaria che si sarebbe palesata l’anno successivo.
“In uno degli anni più difficili della storia recente, Saudi Aramco ha dimostrato la sua proposta di valore unica attraverso la sua notevole agilità finanziaria e operativa. Le nostre eccezionali prestazioni durante questo periodo di prova, sono dovute in gran parte allo spirito incrollabile e alla resilienza dei nostri dipendenti, i quali hanno stabilito record operativi e hanno continuato a soddisfare le esigenze energetiche mondiali in modo sicuro e affidabile”, ha affermato con non poca soddisfazione il CEO di Saudi Arabian Oil Company, Amin Nasser.
Per mitigare gli effetti della pandemia sul loro business, Nasser ha affermato che hanno concentrato i loro sforzi sul capitale e sulle efficienze operative. La strategia ha consentito loro di restare solidi e di poter distribuire anche un significativo dividendo agli azionisti.
Saudi Aramco: continuano gli investimenti nella digitalizzazione
La società petrolifera ha dichiarato che nel 2020 ha speso 27 miliardi di dollari, contro i 33 miliardi di dollari del 2019, grazie all’implementazione di programmi volti all’ottimizzazione e all’efficientamento. Tra gli interventi in corso vi è la digitalizzazione degli impianti che sta permettendo di migliorare in modo significativo le performance e di ridurre anche il loro impatto sull’ambiente.
“Guardando al futuro, la nostra strategia a lungo termine per ottimizzare il nostro portafoglio di petrolio e gas naturale è sulla buona strada e, con il miglioramento delle condizioni macroeconomiche, assistiamo a una ripresa della domanda in Asia e segnali positivi anche altrove. Restiamo fiduciosi che usciremo dalla pandemia con una posizione di forza”, ha affermato il CEO di Saudi Aramco, pensando ai prossimi passi da compiere.