Samsung procede verso la decarbonizzazione della propria attività investendo 7.000 miliardi di won, pari a circa 5 miliardi di dollari entro il 2030 in iniziative ambientali. L'obiettivo è quello di rendere la propria azienda a zero emissioni per la metà del secolo. Lo ha rivelato Kim So-jin, capo del gruppo strategico ESG del più grande produttore di chip al mondo. Il programma della società è quello di investire in tecnologie all'avanguardia per filtrare i gas serra e catturare l'anidride carbonica nel processo produttivo dei chip e inoltre incrementare le attività di riciclaggio di prodotti fondamentali per i suoi dispositivi come litio, cobalto e plastica.
In questo momento, il gigante tecnologico sta effettuando la raccolta in circa 50 Paesi in tutto il mondo, ma ora punta ad arrivare a 180 Nazioni prima della fine del decennio. La plastica riutilizzata rappresenterà per quella data la metà di quella presente nei dispositivi Samsung e addirittura la totalità entro il 2050. "Contribuiremo al cambiamento climatico attraverso lo sviluppo tecnologico e avremo un impatto su larga scala", ha dichiarato Kim. Alla fine, il compito dell'azienda è quello di "soddisfare la domanda dei clienti in modo da aumentare l'interesse per i prodotti. Ci sono dei costi, ma bisogna forgiare un'opportunità di business", ha aggiunto.
Samsung: un processo lento verso le zero emissioni
Samsung ha dovuto resistere negli ultimi anni alla pressione crescente da parte di clienti e investitori carbon neutral. Secondo Yoo-Kyung Park, a capo degli investimenti responsabili e della governance per la Regione Asia-Pacifico presso APG Asset Management, azionista Samsung, il gigante dei chip ha ritardato l'impegno che si era prefissato per ridurre le emissioni di carbonio e queste hanno continuato ad aumentare.
Infatti, nel 2021 sono stati sprigionati 17,4 milioni di tonnellate di gas serra emesse dall'azienda, dei quali il 90% ha riguardato il business di chip e componenti, mentre il 10% le attività sui dispositivi. Anche la quantità di acqua utilizzata è stata molto elevata, con 164 milioni di tonnellate lo scorso anno, di cui l'88% è relativo al comparto chip e componenti.
Il piano di Samsung ora rientra nel grande obiettivo della Corea del Sud di arrivare a zero emissioni entro il 2050, sebbene gli analisti nutrano qualche dubbio in quanto il Paese è fortemente condizionato dalla presenza significativa di attività ad alte emissioni come la costruzione navale e l'acciaio. Attualmente la produzione di elettricità della Corea dipende per il 60% da carbone e gas, mentre solo il 6% viene fatta con energie rinnovabili.
Molti analisti ritengono che i progressi per una transizione ecologica siano troppo lenti e richiedano un'accelerazione se si vogliono raggiungere gli obiettivi prefissati. La mossa di Samsung è un piccolo passo avanti, ma ne occorreranno altri. Anche perché in futuro un'altra crisi energetica come quella ha colpito il mondo nel 2022 non potrà essere più tollerata.