Dopo una prima parte di giornata all'insegna del recupero in scia alle notizie di un eventuale bond da parte dell'UE per finanziare sia il settore difesa che quello energetico, tornano ad indebolirsi leggermente i principali mercati azionari europei che si allontanano dai massimi intraday.
In questo contesto il FTSE Mib, dopo essersi spinto fin verso l'area dei 23.000 punti, cerca di chiudere le contrattazioni mantenendo la soglia dei 22.000 punti, livelli che in caso di rottura spingerebbero le quotazioni verso i minimi di ieri posti nei pressi dei 21.000 punti.
Tra i settori che non riescono a recuperare terreno troviamo quello del lusso, che paga le sanzioni adottate nei confronti della Russia. Ricordiamo che le aziende italiane vendono ogni anno quasi 1,2 miliardi di euro in beni lussuosi ai clienti russi e che l'Italia rappresenta il secondo Paese fornitore di moda e accessori di Mosca.
Tra i titoli che continuano ad essere oggetto di vendite a Piazza Affari troviamo Salvatore Ferragamo (l'esposizione al mercato russo è vicina all'1%) che a breve fornirà i dati del 2021. Le attese sono per ricavi in aumento di quasi il 30% rispetto al 2020, sugli 1,14 miliardi di euro. Vediamo cosa ci dice l'analisi tecnica
Azioni Salvatore Ferragamo: analisi tecnica e strategie operative
Il nuovo anno si è aperto all'insegna della correzione sulle azioni Ferragmo, che hanno spinto i prezzi dai top di periodo posti nei pressi dei 23,20 euro ai minimi di ieri in area 14,20 euro. Dal punto di vista operativo, fin quando le quotazioni non si riportano oltre gli ex supporti posti sui 16,30 euro, rimane confermata la view ribassista che potrebbe spingere i prezzi in direzione dei minimi di ieri e a seguire verso i 13,75-13,80 euro. L'eventuale discesa sotto quest'ultimi livelli aprirebbe la strada per un test sul bottom di Ottobre 2020 in area 10,60 euro.
Al contrario con il recupero dei 16,30 euro il titolo potrebbe innescare un importante rimbalzo che avrebbe un primo target sui 17,50 euro e a seguire 18,30-18,40 euro. Nel caso questa ipotesi si dovesse realizzare non metterebbe in un angolo la fase correttiva attuale che al contrario si indebolirebbe solo con la rottura dei 20 euro.