Richemont: Yoox Net-A-Porter si ritira dalla Cina, ecco perché | Investire.biz

Richemont: Yoox Net-A-Porter si ritira dalla Cina, ecco perché

15 giu 2024 - 09:00

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Yoox Net-A-Porter, di proprietà di Richemont, ha deciso di abbandonare la Cina dopo il calo delle vendite. Nel Paese intanto si scatena una guerra dei prezzi nel lusso

Il colosso svizzero del lusso Richemont subirà un brutto colpo dalla Cina, con la sua piattaforma di e-commerce Yoox Net-A-Porter che si sta ritirando dal Paese. Secondo voci di persone vicino alla questione, il rivenditore digitale ha deciso di concentrarsi su altre aree maggiormente redditizie alzando definitivamente bandiera bianca sul business nella seconda più grande economia del mondo.
 
L'abbandono è motivato dal difficile momento che sta attraversando il settore del lusso in Cina, dove a seguito della pandemia i consumatori cinesi preferiscono articoli di occasione piuttosto che beni di valore. Il rallentamento dell'economia del Paese ha ridimensionato la ricchezza delle famiglie e accresciuto la disoccupazione, soprattutto in ambito giovanile.
 
A questo si aggiungono le prospettive nebulose per la nazione, che sta combattendo con una crisi immobiliare senza precedenti. Ne è una palese dimostrazione delle difficoltà dell'e-commerce il fatto che nella piattaforma di Yoox Net-A-Porter alcuni marchi di fascia alta hanno dovuto fare i conti con un numero crescente di resi della merce acquistata e applicare grandi sconti per poter vendere i prodotti. 
 
 

Yoox Net-A-Porter: Richemont cerca di vendere

Yoox Net-A-Porter è una società italiana nata dalla fusione il 5 ottobre 2015 tra due delle principali società di moda di lusso online, quali Yoox Group e Net-A-Porter. L'azienda è stata acquisita da Richemont - già azionista dal 2015 - nel 2018 con un'OPA per il 100% delle azioni, il che ha comportato il delisting dalla Borsa di Milano. L'ingresso in Cina, come Net-A-Porter, è datato 2013 e la società da subito ha avuto difficoltà a guadagnare quote di mercato perché la competizione è molto elevata nel Paese riguardo il commercio online.
 
Da tempo Richemont cerca di vendere una quota di maggioranza dell'azienda ed era riuscita a raggiungere un accordo con Farfecht Ltd nell'estate 2022, poi annullato a fine 2023 nonostante l'ok delle autorità antitrust europee. Il motivo riguardò il piano del colosso coreano dell’e-commerce Coupang per acquisire il business e gli asset dell’azienda britannica in difficoltà.
 
Quest'anno si sono fatti avanti nella trattativa per la cessione di Yoox Net-A-Porter anche alcune società di private equity come Bain Capital e Permira, nonché in ultimo l'e-tailer di lusso Mytheresa. Le trattative sono andate avanti ma nessun accordo è stato siglato. Richemont spera di annunciare una conclusione dell'affare prima della fine del 2024, ha fatto sapere quest'anno.
 
 

Lusso: in Cina una guerra dei prezzi

Il crollo dei consumi sta spingendo i colossi del lusso a tagliare bruscamente i prezzi in Cina nelle piattaforme online fino addirittura a oltre il 50% del valore dei prodotti. Balenciaga di Kering SA, Versace, Givenchy di LVMH e Burberry Group PLC sono solo alcuni esempi di grandi aziende che hanno abbassato i prezzi di listino per cercare di ridurre le scorte in accumulo.
 
Una guerra dei prezzi di questa portata sarebbe stata inimmaginabile solo fino a pochi anni fa. Quanto sta accadendo, cioé, adesso rappresenta una vera rarità in un Paese in cui il lusso ha avuto negli ultimi decenni voce in capitolo parallelamente alla crescita economica e della ricchezza personale.
 
"Quello che trovo sorprendente e francamente sconsiderato è che questi sconti vengano offerti sul punto di contatto con i consumatori più visibile al mondo, che è Tmall", ha dichiarato Jacques Roizen, amministratore delegato della consulenza cinese di Digital Luxury Group.
 
Da questo gioco al massacro si sono però defilati i marchi di fascia più alta, come Hermes International SCA, Chanel e Louis Vuitton di LVMH. Piuttosto hanno limitato l'esposizione all'e-commerce, concentrandosi su clienti dal patrimonio molto elevato che risultano immuni alle recessioni economiche. Questa strategia mira a mantenere un profilo alto, dando l'impressione all'esterno di non svalutare il proprio prodotto.
 
 

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