Nvidia: il 15% dei ricavi in Cina agli USA, quale impatto sul titolo? | Investire.biz

Nvidia: il 15% dei ricavi in Cina agli USA, quale impatto sul titolo?

11 ago 2025 - 13:30

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In cambio di licenze export, Nvidia e AMD pagheranno a Washington il 15% delle vendite di chip AI in Cina. Vediamo la possibile strategia operativa su Nvidia

Nvidia e Advanced Micro Devices (AMD) hanno raggiunto un accordo senza precedenti con il governo statunitense: verseranno a Washington il 15% dei ricavi generati dalle vendite in Cina di specifici chip avanzati per intelligenza artificiale, tra cui l’H20 di Nvidia e il MI308 di AMD. In cambio, le due società riceveranno le licenze necessarie a riprendere le esportazioni, bloccate a più riprese nell’ultimo anno nell’ambito della guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina. Vediamo tutti i dettagli.

 

Vendite chip in Cina: dal blocco alle licenze condizionate

L’amministrazione Trump aveva imposto in aprile un divieto sulle vendite del chip H20 alla Cina, citando motivi di sicurezza nazionale. Il mese scorso, tuttavia, Washington ha iniziato a concedere licenze selettive per la ripresa delle forniture, a condizione che le aziende accettassero di cedere una quota fissa dei ricavi al Tesoro USA.

Un funzionario americano, parlando a Reuters, ha confermato l’accordo e ha descritto il meccanismo come un “compromesso strategico” volto a bilanciare le esigenze di sicurezza con la competitività industriale.

“Ci atteniamo alle regole che il governo degli Stati Uniti stabilisce per la nostra partecipazione ai mercati mondiali”, ha dichiarato un portavoce di Nvidia, sottolineando che la società non ha venduto chip H20 in Cina per mesi e auspicando che le norme di export control permettano agli Stati Uniti di “confrontarsi con la competizione” globale.

 

Cina: un mercato strategico per Nvidia e AMD, ma sotto pressione

La Cina è un mercato cruciale per entrambe le società: nell’ultimo esercizio Nvidia ha generato 17 miliardi di dollari (13% delle sue vendite) dal Paese, mentre per AMD i 6,2 miliardi incassati nel 2024 rappresentano circa il 24% del fatturato.

Le restrizioni hanno pesato duramente: Nvidia ha registrato una svalutazione da 4,5 miliardi di dollari sulle scorte di H20 invendute a maggio e ha stimato che il fatturato del trimestre estivo sarebbe stato superiore di 8 miliardi di dollari senza i divieti di esportazione.

 

USA-Cina: la disputa tecnologica e le accuse cinesi

La ripresa delle consegne arriva in un contesto di tensioni crescenti. Negli ultimi giorni, media statali cinesi - tra cui l’account Yuyuan Tantian, affiliato alla CCTV - hanno definito gli H20 “né avanzati, né ecologici, né sicuri”, insinuando la presenza di un “backdoor” hardware capace di spegnere i chip da remoto.

Nvidia ha respinto con fermezza le accuse: “La cybersicurezza è fondamentale per noi. Non esistono backdoor nei nostri chip”, ha ribadito un portavoce. La società ha definito infondata l’idea di un “kill switch” integrato.

Gli H20, progettati appositamente per aggirare le prime restrizioni USA del 2023, sono meno potenti rispetto ai modelli di punta H100 e B100, ma restano semiconduttori di fascia alta destinati ad applicazioni di IA.

 

I colossi dei chip pagano i dazi e le tensioni geopolitiche

L’accordo del 15% sui ricavi si inserisce in una più ampia strategia della Casa Bianca: mantenere la pressione su Pechino pur evitando di escludere completamente le aziende statunitensi da un mercato enorme. Solo pochi giorni fa, Trump ha annunciato l’intenzione di imporre una tariffa del 100% su tutti i semiconduttori importati, a meno che le aziende non producano negli Stati Uniti.

Intanto, funzionari cinesi starebbero spingendo per allentare le restrizioni USA anche sui chip di memoria ad alta banda (HBM), come parte di un possibile pacchetto negoziale in vista di un eventuale vertice Trump–Xi Jinping. Vediamo ora il quadro grafico di Nvidia e la possibile strategia operativa.

 

Azioni Nvidia: analisi tecnica e strategie operative

 

Le azioni Nvidia rimangono orientate nettamente al rialzo dai minimi registrati in area 90 dollari ad aprile. La struttura tecnica favorirebbe quindi l’implementazione di strategie long in caso di ritracciamenti. A tal proposito, il primo livello da monitorare è rappresentato dalla linea di tendenza ascendente che collega i minimi segnati tra aprile e agosto, ora transitante in area 177 dollari.

Per quanto riguarda la stagionalità - analizzata con la piattaforma Forecaster - gli archi temporali selezionati mostrano un potenziale minimo seguito da un movimento rialzista che potrebbe estendersi fino ai primi giorni di settembre.

 

 

A livello operativo quindi, si potrebbero valutare strategie long in caso di segnali di forza in area 177-176 dollari. In tal caso, il primo obiettivo di profitto di breve termine potrebbe essere posto in area 190 dollari, mentre un target più ambizioso in zona 200 dollari. Il quadro grafico di breve periodo muterebbe a favore dei venditori con una rottura dell’area di supporto compresa tra 153 e 143 dollari.

 

 

 

 

 

 

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