In Cina è tornato l'incubo della regolamentazione per le big tech del Paese. A essere colpita da una nuova stretta governativa sono le aziende del più grande mercato dei giochi online. Le autorità cinesi hanno annunciato oggi una serie di regole finalizzate a contenere le spese e gli incentivi per i videogiochi.
In sostanza, alle società di giochi online sarà vietato di dare ricompense ai giocatori se accedono nelle piattaforme ogni giorno, se acquistano per la prima volta e se spendono più volte consecutivamente. Inoltre, i giochi devono stabilire limiti sulla ricarica dei portafogli da parte degli utenti e sarà vietata l'offerta ai minori di funzioni di estrazione fortunata basate sulla probabilità, nonché l'asta di oggetti di gioco virtuali. Infine, è richiesto agli editori di archiviare i loro server in Cina per le preoccupazioni legate ai dati degli utenti. Prima che queste regole diventino operative viene richiesto un commento pubblico fino al 22 gennaio 2024.
Giochi online: ritorno al 2021?
Il giro di vite di Pechino riporta alla memoria la feroce repressione sul gioco d'azzardo di due anni fa che ha comportato per il 2022 la riduzione delle entrate totali del settore per la prima volta, oltre a una debacle dei titoli in Borsa. Nel 2021 il governo aveva fissato un limite ai tempi di gioco per i minorenni, cercando di combattere la dipendenza anche attraverso la sospensione delle approvazioni dei nuovi videogiochi.
Le strette si sono concluse lo scorso anno, facendo pensare a una nuova era di distensione dei rapporti tra le autorità e tutta l'industria cinese del gaming. Quest'anno, infatti, il mercato era tornato a crescere, con gli introiti saliti complessivamente del 13% a 303 miliardi di yuan, pari a 42,6 miliardi di dollari (dati forniti dall'associazione di settore CGIGC).
Adesso il settore ripiomba nuovamente nel vortice delle restrizioni. "Non è necessariamente la regolamentazione in sé, è il rischio politico che è troppo alto", ha detto Steven Leung, direttore esecutivo delle vendite istituzionali presso il broker UOB Kay Hian a Hong Kong. "Le persone pensavano che questo tipo di rischio sarebbe dovuto finire e avevano ricominciato a guardare ai fondamentali. Fa molto male alla fiducia".
Cosa succede ora?
La reazione in Borsa dei titoli legati ai giochi online è stata violenta. Tencent, che è la società più capitalizzata del settore, è sprofondata del 12,35% alla Borsa di Hong Kong, bruciando circa 50 miliardi di dollari di capitalizzazione. Non è andata meglio ad altri importanti operatori del gaming come NetEase, le cui azioni sono crollate del 24,60%.
Cosa aspettarsi ora? Secondo il fornitore dei dati CNG, il mercato cinese dei giochi è destinato a crescere di quasi il 14% a 302,9 miliardi di yuan (42,4 miliardi di dollari) nel 2023, invertendo un calo del 10% rispetto all'anno precedente. Con le nuove regole però emergono dei punti oscuri che possono mettere pressione a tutto il comparto, con ripercussioni negative sulle azioni quotate.
"È difficile quantificare l'impatto in questa fase, ma la bozza delle regole solleva preoccupazioni sulle prospettive di monetizzazione delle società di gioco", ha affermato Daisy Li, gestore di fondi presso EFG Asset Management HK Ltd. "Il comportamento dei giocatori potrebbe cambiare e gli utenti attivi giornalieri delle società potrebbero subire un colpo".
Più drastico è il commento di Zeng Xiaofeng, vicepresidente di Niko Partners. "Questo infliggerà un duro colpo alla stragrande maggioranza dei giochi in Cina, ad eccezione di quelli che vendono copie. Le aziende dovranno rivedere i loro modelli di monetizzazione, compreso il modo in cui addebitano denaro ai diversi livelli di giocatori", ha affermato.