Le azioni Nike sprofondano del 12% nelle contrattazioni pre-market di Wall Street, nonostante la presentazione dei risultati del secondo trimestre fiscale del 2024 migliori delle attese. A scatenare le vendite in Borsa però è stato il taglio delle previsioni del fatturato annuale, citando la necessità di migliorare l'efficienza operativa e ridurre le spese. L'azienda ha al riguardo presentato un piano per abbassare i costi di 2 miliardi di dollari, affermando che adotterà un approccio più prudente a causa della debolezza del business online e dell'aumento delle promozioni.
"La performance finanziaria del secondo trimestre ha rappresentato un punto di svolta nel favorire una crescita più redditizia", ha affermato il direttore finanziario Matthew Friend. "Guardiamo avanti a prospettive di ricavi più morbide per il secondo semestre, rimaniamo concentrati su un forte margine lordo e su esecuzione e gestione disciplinata dei costi. Questa revisione delle previsioni tiene conto delle crescenti sfide economiche, soprattutto nella regione della Grande Cina e in Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA)".
Nike: i numeri del trimestre
Nel trimestre conclusosi il 30 novembre, Nike ha riportato ricavi per 13,39 miliardi di dollari, in crescita dell'1% rispetto ai 13,32 miliardi di dollari dello stesso periodo dello scorso anno. Il reddito netto è cresciuto del 19% anno su anno a 1,58 miliardi di dollari. Mentre gli EPS sono risultati di 1,03 dollari per azione, in crescita del 21% rispetto agli 0,85 euro del secondo trimestre fiscale del 2022. Gli analisti si aspettavano utili per azione di 84 centesimi.
La buona performance finanziaria è stata sostenuta dalle strategie di prezzo e dalla riduzione dei costi di trasporto via mare, in parte compensate dalle variazioni dei cambi sfavorevoli e dall'incremento dei costi di input. Al riguardo, il margine di profitto è passato in un anno dal 42,9% al 44,6%.
La nota dolente è arrivata però dalla previsione dei ricavi per la seconda metà dell'anno fiscale. Nike stima un fatturato per l'intero anno in crescita di circa l'1%, in calo rispetto alla precedente previsione e soprattutto al di sotto delle aspettative di mercato di un aumento del 4%.
Dividendi e buyback
Nike si conferma azienda molto attenta alla remunerazione degli azionisti, come dimostra la crescita per 22 anni consecutivi dei pagamenti di dividendi. Nel secondo trimestre, l'azienda ha restituito complessivamente 1,7 miliardi di dollari, di cui 523 milioni per dividendi (+9% a/a) e 1,2 miliardi di dollari di riacquisti di azioni proprie. Riguardo i buyback, sono stati ritirati 11,9 milioni di azioni nell'ambito del programma quadriennale da 18 miliardi di dollari approvato il 22 giugno scorso.
Nike: gli analisti tagliano gli obiettivi di prezzo
Alcuni analisti hanno reputato la guidance negativa per le prospettive dell'azienda e delle azioni in Borsa. Abbie Zvejnieks di Piper Sandler, ha ridotto il target sul titolo Nike da 112 a 107 dollari, il che significa un calo quasi del 13% rispetto all'ultima chiusura di 122,53 dollari a Wall Street. "Anche se pensiamo che questo piano di riduzione dei costi sia un cambiamento positivo, ci vorrà del tempo per scalare la novità e l'innovazione, e nel frattempo un ambiente macroeconomico debole metterà ulteriormente sotto pressione i risultati", ha affermato.
Anche gli analisti di TD Cowen hanno declassato il titolo da "outperform" a "perform", in quanto "Nike ha bisogno di maggiori e migliori investimenti di marketing, mentre HOKA, On e Lululemon stanno scalando ulteriormente con una maggiore acquisizione e fidelizzazione dei clienti".