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Calo vertiginoso dei ricavi degli hedge fund sulle attività di prestito titoli nel 2020 a causa del rally azionario;
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I tassi di interesse bassi e la liquidità fornita al sistema delle Banche centrali hanno affondato la redditività dello short selling;
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A rischio ora la liquidità sui mercati azionari e il mantenimento delle basse commissioni di negoziazione
Gli hedge fund si arrendono alle Banche centrali. La scommessa che molti avevano fatto sui crolli dei mercati azionari non rende, la diga creata dagli istituti monetari è resistente oltre ogni previsione. Di conseguenza le attività di prestito di titoli sulle vendite allo scoperto non comportano entrate per le commissioni tali da compensare le perdite.
I ricavi quest'anno sono diminuiti del 15% e solo nell'ultimo trimestre vi è stato un calo per 1,8 miliardi di dollari, il dato peggiore degli ultimi quattro anni. Questo per alcuni intermediari rappresenta un colpo letale visto che una buona parte degli introiti derivano dalle commissioni sul prestito dei titoli.
Ad esempio BlackRock la più grande società d'investimento del mondo, ha guadagnato nel secondo trimestre 2020 circa il 6% da questa attività sulle sue entrate complessive. Per State Street, altro grande gestore patrimoniale statunitense, le entrate da prestito titoli hanno rappresentato il 4% sul totale nello stesso periodo.
Stop allo short selling: ecco perché
Ormai da troppi anni il mercato è gonfiato dagli steroidi monetari delle Banche centrali che garantiscono quella liquidità ai mercati tale da sostenere le quotazioni dei titoli. I bassi tassi d'interesse favoriscono il prestito degli istituti di credito e buona parte del fiume di denaro ottenuto con estrema facilità viene riversato sui mercati azionari.
Allo stesso tempo gli investitori sono più orientati a impiegare capitali sulle attività a rischio essendo che, con il costo del denaro così basso, altre attività finanziarie come obbligazioni e titoli di Stato non sono redditizie. L'emergenza Covid e gli aiuti che ne hanno conseguito non hanno fatto altro che amplificare una situazione in essere. Da qui ne deriva la ragione fondamentale per cui gli hedge fund hanno desistito nel continuare con l'attività di prestito titoli a vele spiegate.
Stop al prestito titoli: le conseguenze
Questo significa che ancora per lunghi anni dovremmo attenderci una continuazione del rally dei mercati azionari? Probabile, a meno che altri eventi eccezionali non ribaltino la situazione. In verità di motivi di alterazione dei mercati ce ne sarebbero fin troppi: la seconda ondata Covid, Brexit, la crisi economica, la belligeranza nei rapporti USA-Cina e le elezioni presidenziali USA, solo per dirne alcuni.
La riflessione che viene spontanea è questa: se la forza delle Banche centrali è stata tale finora da contenere persino un terremoto di tali proporzioni come una pandemia storica, tutto lascia pensare che difficilmente la situazione possa sfuggire di mano. Ancor più nel caso in cui tutto ritorni lentamente alla normalità e ci si avvii verso una ripresa fisiologica.
Un'altra conseguenza dello stop al prestito dei titoli potrebbe essere un calo generalizzato di liquidità sui mercati azionari e un aumento delle commissioni. Il fatto che i broker tenessero basse le tariffe di negoziazioni era dettato dai ricavi ottenuti dalle attività allo scoperto. Ora, dal momento che queste ultime vengono meno, è lecito pensare che le commissioni non possono mantenersi più a livelli bassi, con conseguente calo dei rendimenti generali per gli investitori.
Il Presidente della Pan Asia Securities Lending Association, Stuart Jones, ha posto un problema di sostenibilità del mercato riguardo le vendite allo scoperto e il conseguente prestito di titoli. Se tutto questo dovesse diminuire, al mercato mancherebbe quella forza correttiva in grado di evitare che si vengano a creare fenomeni di prezzo distorsivi.