Lo spettro della variante Delta si aggira in tutta Europa mettendo seriamente a rischio la ritrovata libertà della popolazione e la ripresa dell'economia globale, possibili grazie al successo per ora delle vaccinazioni anti Covid. La Gran Bretagna ha dovuto posticipare le riaperture di un mese poiché il 90% dei casi di infezione derivano ormai dal ceppo indiano, il quale ha soppiantato la variante Alfa che pure è stata responsabile della maggior parte dei contagi degli ultimi mesi in tutto il Vecchio Continente.
Anche la Russia e il Portogallo preoccupano, trovandosi in una situazione molto simile a quella britannica in termini di presenza della variante Delta nei nuovi casi di Coronavirus accertati. In Italia la situazione è apparentemente più tranquilla, ma focolai soprattutto in Lombardia si stanno producendo facendo riemergere lo spauracchio di nuove zone rosse circoscritte.
Goldman Sachs: variante Delta è un rischio gestibile
La pericolosità della variante indiana e la sua incidenza sull'economia è stata analizzata da Goldman Sachs, la quale è giunta alla conclusione che il rischio c'è ma può essere addomesticato facendo leva su alcuni fattori: in primis la vaccinazione, che è in grado di porre una barriera affinché il nuovo ceppo non filtri in maniera letale nell'organismo umano; in secondo luogo la stagionalità, che fa sì che la diffusione non sia troppo dirompente; infine le precauzioni adottate dalle persone soprattutto in alcune situazioni limite.
Lo studio della banca d'affari americana si incentra su 2 aspetti: l'indice Rt che determina la diffusione del virus facendo scoppiare dei focolai e il tasso di ospedalizzazione dei pazienti Covid. Riguardo l'indice di trasmissibilità la chiave è quella di mantenere un valore inferiore a 1, il che significherebbe un'attenuazione della pandemia.
Tuttavia, essendo che la variante Delta ha una capacità di trasmissione maggiore del 60% rispetto al ceppo precedente, è possibile che il parametro cominci a crescere verso la fine dell'estate e l'arrivo delle temperature più fredde. A quel punto però la gran parte delle persone saranno vaccinate e, insieme a qualche misura di contenimento tipo l'uso della mascherina e il distanziamento sociale, si dovrebbe creare una barriera per rendere il virus meno penetrante tra la popolazione.
L'aspetto su cui però si concentra maggiormente l'attenzione dei Governi riguarda gli ospedali e il loro intasamento, che è stato il motivo principale per cui durante tutta la fase pandemica si è ricorso a continui lockdown e quarantene. Vi è da dire che, nonostante un grande aumento dei casi Covid nel Regno Unito per via della variante Delta, non si è vista una crescita proporzionale delle ospedalizzazioni.
Questo significa che una seppur parziale immunizzazione di ogni cittadino ha impedito che l'infezione non si traducesse in malattia e quindi in ricovero. Soprattutto c'è da rilevare che la maggior parte dei contagi avviene tra le fasce di età più giovani che non sono ancora coperte dal siero, di conseguenza sono meno le probabilità che si possa generare una corsa in infermeria come è avvenuto durante le precedenti ondate.
Sulla base dei numeri, i dati parlano chiaro: nel dicembre del 2020 in Gran Bretagna vi era un tasso di ospedalizzazione che si aggirava tra il 6% e l'8%, oggi invece si arriva appena allo 0,4%. Inoltre, immaginando lo scenario più estremo possibile, per quanto totalmente improbabile, che tutte le persone non immunizzate si infettino, il numero di ricoveri sarebbe al massimo equivalente al picco raggiunto durante le precedenti ondate. Mentre a dicembre 2020, la necessità dei posti letto sarebbe stato in Europa dalle 10 alle 25 volte la capacità di contenimento.
In definitiva, Goldman Sachs prevede qualche rischio dalla variante Delta che potrebbe condizionare temporaneamente le riaperture e magari qualche viaggio durante l'estate, ma tutto sommato si tratta di un rischio gestibile. Fermo restando che il vaccino sia sempre efficace contro tutte le varianti.