Mediobanca: Del Vecchio punta al 20% (e al Leone di Trieste) | Investire.biz

Mediobanca: Del Vecchio punta al 20% (e al Leone di Trieste)

01 giu 2020 - 13:41

01 giu 2020 - 14:00

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Fermento in Borsa per il titolo Mediobanca dopo la richiesta di Del Vecchio alla BCE di autorizzare l'acquisto fino al 20% del capitale azionario. Vola il titolo in Borsa

  • Del Vecchio alla conquista di Mediobanca, si attende l'autorizzazione da Francoforte;
  • Generali ruolo chiave negli obiettivi del patron di Luxottica, contrasti all'interno del consiglio direttivo;
  • Gli analisti prevedono turbolenza per il titolo Mediobanca ma scommettono sui fondamentali.

 

Mediobanca vola in Borsa guadagnando il 7,64%, dopo aver segnato un massimo del +13% teorico per via della sospensione in apertura. La notizia che ha scosso positivamente il mercato è la richiesta di Leonardo del Vecchio alla BCE di salire fino al 20% della partecipazione detenuta nella società di Piazzetta Cuccia. Un'operazione che all'imprenditore più ricco d'Italia costerà più di 500 milioni di euro. Attualmente il patron di Luxottica detiene attraverso la holding Delfin un pacchetto che corrisponde al 9,9% dell'azionariato. Quest'ultimo insieme al 4,85% detenuto in Generali e al 2% in Unicredit, rappresenta un quinto del patrimonio personale di Del Vecchio, che a fine 2019 ammontava a 25 miliardi di euro. La discesa da inizio anno dei mercati azionari del Vecchio Continente ha impattato negativamente sul patrimonio dell'imprenditore italiano. Secondo i dati del Bloomberg Billionaires Index aggiornati con i valori di chiusura di Borsa di venerdì, Leonardo Del Vecchio è accreditato di un patrimonio di 19,7 miliardi di dollari, in calo di 5,7 miliardi da inizio 2020.

Per superare la quota del 10% del capitale di Mediobanca, la holding di Del Vecchio dovrà necessariamente ottenere l'autorizzazione dell'Eurotower. Già venerdì scorso Delfin ha presentato l'istanza presso la Banca d'Italia, che ha verificato le condizioni per inoltrare la richiesta e istruire il dossier da mandare a Francoforte. Ora si attende solamente il verdetto dall'istituto centrale, che dovrebbe arrivare entro un tempo massimo di 60 giorni.

 

Mediobanca: come cambia l'assetto societario con la crescita di Del Vecchio

La scalata di Del Vecchio in Mediobanca è iniziata nel settembre del 2019, quando l'85enne imprenditore milanese ha acquistato il 6,94% delle azioni dell'investment bank italiana, diventando allora il terzo azionista dopo il gruppo Bollorè e Unicredit. L'obiettivo dichiarato era quello di progettare una futura banca d'investimenti che esercitasse una presenza di leadership in Italia e in Europa. Il raggiungimento dello scopo sarebbe stato attuato attraverso la riduzione della diversificazione degli investimenti. Più precisamente, da un lato con una diminuzione delle attività di Compass che opera nel credito al consumo e dall'altro abbassando il peso di Generali che agisce nel settore assicurativo. Da quel momento il titolo Mediobanca ha iniziato un rally di Borsa che l'ha portato a toccare un massimo di periodo a 10,985 euro alla fine di ottobre 2019. Da lì, complice l'esplosione del Covid, si è invertita la tendenza, con le azioni di Piazzetta Cuccia che sono arrivate a più che dimezzare il proprio valore. Negli ultimi giorni le manovre finanziarie sul capitale hanno ridato linfa vitale al titolo che in questo momento quota 6,3160.

 

Le intenzioni di Del Vecchio su Generali e i rapporti con Nagel

Il Leone di Triste nella vicenda sembra avere un ruolo chiave, sia per quel che riguarda il futuro di Mediobanca che quello che interessa il controllo della più importante assicurazione italiana. Da un punto di vista industriale, Del Vecchio punta a ridurre il peso di Generali all'interno del gruppo Mediobanca. La banca d'affari milanese dovrebbe in tal senso orientarsi ad avere meno relazioni da 'salotto buono', tendenza peraltro in atto da anni, e focalizzarsi maggiormente sulla crescita del proprio business fuori dai confini italiani. Oltre agli acquisti già portati a termine sul fronte delle società legate alla gestione del risparmio, un occhio di riguardo sarebbe risolto alle boutique di investment banking presenti in Europa.

Vi è poi una motivazione di sistema. Mediobanca controlla il 13% di Generali, Delfin il 5%. Tra la quota posseduta dalla banca d'affari e quella riconducibile a Del Vecchio e a investitori amici come per esempio Caltagirone, il fondatore di Luxottica punta a stabilizzare il possesso del Leone di Trieste in mano a investitori di matrice italiana. In questo caso vi sarebbe la volontà di mantenere vivi gli interessi, e i finanziamenti, di Generali in Italia e di vedere la compagine triestina essere parte attiva di un consolidamento internazionale del settore assicurativo.

Ad ogni modo, il fatto che Mediobanca sia stata fino ad ora una public company, ben vista dagli investitori istituzionali, l'avvento di Del Vecchio non ha per nulla fatto fare i salti di gioia al management. Per di più Delfin è domiciliata all'estero e qualcuno paventa la possibilità che una delle eccellenze della finanza italiana vada a finire in mani estero. Da qui sono emersi i contrasti tra Del Vecchio e l'attuale amministratore delegato della banca d'affari, Alberto Nagel. Secondo le prime indiscrezioni di stampa il CDA di Mediobanca non dovrebbe essere rivoluzionato, quindi Del Vecchio non avrebbe alcuna intenzione di sfiduciare Nagel. Però è molto probabile che vengano alla luce differenze di vedute riguardo gli obiettivi e le strategie future di tutto il gruppo.

Le azioni Mediobanca viste dagli analisti

Secondo gli analisti di City nei prossimi tre mesi ci sarebbe da attendersi molta instabilità a Piazza Affari sul titolo Mediobanca, almeno fin quando la situazione sull'assetto societario non si sia definita e le posizioni nel consiglio direttivo non siano state chiarite. Poi ci sarebbe anche l'incognita legata alla guida di Del Vecchio, grande imprenditore ma con limitata esperienza nel settore bancario.

Equita Sim ritiene che con l'aumento della quota di Delfin si verrebbe a creare una maggiore incertezza sul piano industriale di Mediobanca e anche, poi, su quello di Generali. Però l'ingresso di nuovo capitale creerebbe un impatto molto forte sul titolo dal punto di vista dei fondamentali con un P/E 2021 di 8 volte e un prezzo obiettivo delle azioni di 9 euro.

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