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Secondo Andrea Enria della BCE le banche non sfruttano a pieno la liquidità concessa da Francoforte per finanziare le imprese;
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Dai dati di Bankitalia, sono ancora poche le banche italiane che concedono prestiti nonostante la garanzia dello Stato;
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Tra le società quotate l'ultima in ordine temporale a richiedere i prestiti garantiti è Emak.
Il monito lanciato da Andrea Enria, Presidente del Consiglio di Vigilanza della BCE, è eloquente: le banche non utilizzano i buffer per concedere prestiti alle aziende. La paura ricorrente di questa ritrosia sta nel fatto che l'istituto di Francoforte possa rimuovere la flessibilità garantita e richiedere la tempestiva ricostituzione del cuscinetto di liquidità. In tempi di grave crisi in cui i bilanci rischiano di essere ballerini, un azzardo del genere potrebbe essere pagato a caro prezzo.
Questo avrebbe incidenza sugli istituti di credito e sulle imprese italiane nell'ambito del Decreto Cura Italia e delle garanzie statali sui prestiti. Secondo le statistiche pubblicate da Bankitalia finora solo il 25% delle richieste sono state evase, quindi 12 miliardi su 50 domandati.
In modo particolare latitano quei prestiti dove la garanzia statale non si estende a copertura dell'intero capitale erogato. Eppure il margine rispetto alle operazioni TLTRO 3 è notevole: la banca prende a prestito dalla BCE a tassi negativi e ottiene per i finanziamenti concessi l'1,2% o il 2,4% in media a seconda se la garanzia dello Stato è totale o parziale.
Nelle ultime ore però qualcosa si muove. Secondo i dati forniti dall'ABI, le domande pervenute dalle banche al Fondo di Garanzia, nella giornata di ieri, hanno superato quota 600 mila e i finanziamenti richiesti sono andati oltre i 30 miliardi di euro.
Come funzionano i prestiti garantiti dallo Stato
Entro la fine di quest'anno le imprese di qualsiasi dimensione e operanti in qualsiasi settore possono chiedere finanziamenti alle banche garantiti dallo Stato, aventi una scadenza non superiore a 6 anni. È necessario che si tratti di aziende che hanno dovuto affrontare situazioni di difficoltà legate al Covid-19.
L'erogazione del prestito incontra un limite di importo: il 25% del fatturato 2019 o il doppio della spesa salariale dello stesso anno. È possibile anche richiedere più finanziamenti in contemporanea a patto di rispettare il limite imposto. La società Sace si occuperà della gestione online delle domande accolte dagli istituti di credito e ad emettere la garanzia a sua volta garantita dallo Stato.
Le condizioni però cambiano quando si tratta di società che hanno un fatturato maggiore di 1,5 miliardi di euro o un numero di dipendenti sul territorio nazionale maggiore di 5.000. In questo caso, prima di garantire il finanziamento viene seguita un'istruttoria sul merito creditizio. Però verranno tenuti presente alcuni fattori di importanza cruciale come ad esempio: il contributo che l'azienda fornisce allo sviluppo tecnologico; l'incidenza dell'attività sulle infrastrutture critiche e strategiche; l'impatto che ha l'impresa sull'occupazione e sul lavoro.
Ovviamente le imprese che hanno accesso al credito si trovano a sostenere un doppio costo, quello del finanziamento deciso da ogni erogatore e quello della garanzia statale. Il costo di quest'ultima è in rapporto all'importo erogato e corrisponde: per le piccole e medie imprese allo 0,25% il primo anno, allo 0,50% il secondo e il terzo, all'1% dal quarto in poi; per le grandi imprese allo 0,5% il primo anno, all'1% il secondo e il terzo, al 2% dal quarto in poi.
Piazza Affari:: quali sono le società quotate a che hanno richiesto il prestito
Sono diverse le società quotate sul listino milanese che hanno fatto richiesta di accedere a finanziamenti bancari garantiti da Sace. Di seguito ne vediamo alcune:
Emak Spa. Leader a livello mondiale dell'innovazione su giardinaggio, agricoltura, attività forestale, ecc e quotata tra le Star della Borsa italiana. Ha chiesto a Unicredit un finanziamento di 15 milioni. La notizia è stata comunicata proprio oggi dalla seconda banca italiana che ha precisato che l'importo è stato garantito in poche ore da Sace. Il prestito ha una scadenza di 5 anni e sarà utilizzato per sostenere gli investimenti societari, il capitale circolante e per coprire i costi del personale. Oggi Emak ha un fatturato di oltre 400 milioni di euro.
Ovs. Ieri Unicredit ha concesso 100 milioni di prestito al gruppo commerciale, con una garanzia statale dell'80%. Si tratta della prima operazione autorizzativa per le imprese con oltre 5.000 dipendenti e con un fatturato superiore a 1,5 miliardi di euro. La procedura è stata particolarmente celere in quanto l'attività aziendale ha una rilevanza strategica per il Paese, dal momento che dà lavoro a oltre 7.600 dipendenti. La società però ha dovuto cedere alle condizioni di mantenere i livelli occupazionali per tutta la durata del finanziamento e di non distribuire i dividendi per tutto il 2020.
Rinascente. L'azienda commerciale di abbigliamento ha sottoscritto ieri con Intesa San Paolo l'accordo per un prestito di 35 milioni di euro, garantiti al 70% da Sace e controgarantiti dallo Stato. Dalle comunicazioni societarie emerge che lo scopo del capitale richiesto è quello di destinare liquidità al capitale circolante e soprattutto di pagare i piccoli e grandi fornitori italiani per sostenere la filiera produttiva della moda che in questo periodo ha subito un contraccolpo rilevante a causa del lockdown. Questo finanziamento si inserisce nell'ambito di una serie di iniziative, con un plafond di 50 miliardi di euro, che mirano a rilanciare il fashion sector su larga scala.
FCA. Il 27 maggio Intesa San Paolo aveva approvato il più rilevante prestito mai garantito dallo Stato: 6,3 miliardi. Denominato il prestito della discordia per via delle polemiche sollevate sull'entità dell'importo, ha durata triennale e la Sace garantisce l'80%. L'azienda della famiglia Agnelli sfrutterà il finanziamento per pagare i dipendenti, i fornitori e assicurare gli investimenti. L'Amministratore Delegato John Elkann ha dichiarato che questi soldi saranno di estrema importanza per aiutare tutta la filiera automobilistica con marchio FCA, che è composta da 10 mila piccole e medie imprese che si sono trovate in riserva di liquidità in questi mesi.