La pandemia di Covid-19 ha accelerato diversi megatrend tra cui quello della decarbonizzazione. I piani di stimolo di USA ed Unione Europea puntano molte risorse nel processo di transizione energetica, grazie a numerosi incentivi che puntano a far raggiungere ai Paesi il tanto ambito traguardo delle emissioni zero, programmata per il 2050.
Anche la Cina ha nella sua agenda questo target, fissato per il 2060. Tuttavia la recente crescita economica registrata nel 2021 sta avendo delle ricadute in termini ambientali. Nell’ultimo report dell’International Energy Agency viene infatti messo in luce come quest’anno le emissioni di CO2 siano pronte ad aumentare del 5%. Ciò implica il maggiore incremento dal 2010 e il secondo più importante della storia. Per impedire che la situazione peggiori ulteriormente nel 2022, l’IEA ha esortato i Governi a muoversi rapidamente.
Uno dei fattori che potrebbe spingere la riduzione dell’inquinamento arriva dalle auto elettriche. Secondo un articolo dell’Office of Energy Efficiency & Renewable Energy evidenzia che i veicoli producono due tipi di emissioni: quelle dirette e quelle del ciclo vitale. Le prime sono diffuse tramite la marmitta e durante il processo di rifornimento.
In questo senso le automobili elettrificate possono considerarsi a emissioni zero e consentono di migliorare la qualità dell’aria nelle aree urbane. Le emissioni del ciclo vitale sono invece legate alla produzione dei veicoli stessi, ma anche del carburante e dalle relative lavorazioni, distribuzione, uso e riciclaggio. Anche in questo ambito, l’autorità statunitense evidenzia come le auto elettriche siano anche in questo senso meno inquinanti, specie se l’elettricità viene generata con fonti rinnovabili.
L’importanza di questo tipo di auto è evidenziata anche dal progetto del piano infrastrutturale da 2.250 miliardi di dollari presentato dal Presidente USA Joe Biden, che prevede 174 miliardi di dollari per i veicoli elettrici prodotti in America tramite sconti e incentivi. Verranno inoltre destinate risorse a Stati e Governi locali per creare 500.000 stazioni di ricarica entro il 2030 e per elettrificare bus scolastici e veicoli federali. Anche i consumatori stanno evidenziando un certo cambio di preferenze.
Uno studio di Canalys ha mostrato come a livello globale le vendite di auto elettriche siano incrementata del 39% nel 2020, in un contesto estremamente negativo per il settore automotive con i veicoli passeggeri che hanno segnato un -14%. Secondo l’istituto entro il 2025 il numero di auto elettrificate vendute raggiungerà le 30 milioni di unità, arrivando a una quota vicina al 50% delle vendite totali entro il 2030.
La tendenza a preferire questo tipo di automobili si evidenzia più in Cina e in Europa, dove lo scorso anno sono state venduti quattro volte il numero di unità rispetto agli USA. Guardando al futuro inoltre, è da sottolineare come le nuove tecnologie permetteranno di aumentare l’efficienza delle auto elettriche (in particolare per quanto concerne l’autonomia), permettendo di abbassare i costi per il consumatore finale, giudicati ancora troppo elevati.
Il tema delle auto elettriche è quindi interessante sia per gli investitori istituzionali che per il pubblico retal. Per favorire corretta diversificazione su alcune delle aziende primarie del settore Kimura Trading ha costruito un indice, il basket E-Cars. Vediamo i singoli sottostanti.
Analisi dei sottostanti del basket E-Cars
Il basket E-Cars di Kimura Trading è composto da Tesla, Ayro, XPeng, Li Auto e NIO. Il principale player del settore dei veicoli elettrici è sicuramente Tesla, che in un anno nero per il comparto automotive come il 2020 ha sfiorato l’obiettivo di consegnare 500.000 veicoli e ha segnato una performance di oltre il 740% a Wall Street.
I continui risultati positivi della trimestrale hanno fatto entrare le azioni del gruppo all’interno del più importante indice di Borsa statunitense, l’S&P 500. L’azienda guidata da Elon Musk si occupa anche di vendere pannelli solari, batterie e software sfruttati per la guida autonoma.
Lo sviluppo di questi segmenti permetterebbe alla società di diversificare il suo modello di business, diminuendo l’impatto del prezzo delle azioni giudicato da molti analisti come troppo elevato. Investitori del calibro di Cathie Wood inoltre stanno scommettendo sulla società di Palo Alto.
Per la numero uno di Ark Investment infatti, il titolo potrebbe raggiungere una valutazione di 4.000 dollari. Infine è da considerare il vantaggio competitivo della compagnia: in un contesto nel quale anche i produttori di auto tradizionali si stanno convertendo all’elettrico, nessuno è ancora riuscito a replicare la tecnologia utilizzata da Tesla.
Per gli analisti, entro il 2023 il gruppo guidato da Musk consegnerà oltre 2 milioni di veicoli con un fatturato di circa 90 miliardi di dollari, quasi tre volte quanto registrato nel 2020. Ayro è invece una società statunitense che si occupa di produrre veicoli elettrici a bassa velocità. L’offerta dell’azienda si divide principalmente in due modelli: il primo è un veicolo a tre ruote sviluppato per le spedizioni, il secondo è un furgoncino disegnato per i campus universitari. Il gruppo però vende i suoi mezzi a numerose aziende con cui ha partnership in diversi settori.
Interessante evidenziare come di recente la società abbia presentato un furgoncino totalmente equipaggiato per le vaccinazioni anti-Covid ma anche per effettuare tamponi. Ayro punta ad utilizzare questo veicolo anche per fornire servizi medici ai pazienti come trasfusioni di sangue o dialisi senza doversi recare in ospedale.
Nell’anno fiscale 2020 il gruppo ha registrato un aumento dei ricavi dell’80% a 1,6 milioni di dollari. La società ha tuttavia comunicato una perdita di 11,2 milioni di dollari l’anno, in crescita rispetto ai -8,6 milioni del 2019. L’Amministratore Delegato di Ayro, Rod Keller, ha dichiarato che il gruppo si occupa di fornire veicoli ad altri business, non ai consumatori, quindi il focus a cui guardare è quello relativo alle collaborazioni.
Le perdite sono quindi in parte giustificabili con dei costi di sviluppo della propria gamma di veicoli. In quest’ottica quindi si può dire che l’azienda non sia un diretto competitor di Tesla in quanto i suoi veicoli rappresentano una nicchia di mercato.
Li Auto è una delle principali società impegnate nella transizione energetica dei veicoli in Cina. L’azienda al momento ha un unico modello sul mercato, il suv Li One. La società ha dichiarato che questo modello è il suv elettrico più venduto nell’ex Impero Celeste. All’ultimo aggiornamento di marzo 2021 l’azienda ha consegnato 4.900 veicoli, il 238,6% in più rispetto al medesimo periodo del 2020.
In ottica trimestrale invece il 1° trimestre del 2021 ha segnato un incremento delle consegne del 334,4% su base annuale. Per il lancio dei nuovi modelli programmato per il 2022, Li Auto è intenzionata a sviluppare le vendite dirette e il network dei servizi. Interessante evidenziare come le prossime automobili della società avranno di serie i sistemi di assistenza al guidatore e di guida autonoma. Da mettere in luce anche come il gruppo punti ad avere un portfolio di prodotti in una fascia di prezzo che va dai 23.000 dollari ai 77.000 dollari.
Anche XPeng è una delle principali società cinesi che possono competere con Tesla. Nel 2020 la società ha più che raddoppiato i volumi delle spedizioni in Cina, arrivando a 27.041 unità. Al momento l’azienda conta su due modelli, il SUV G3 e la sportiva P7. Nel 1° trimestre del 2021 il gruppo ha archiviato un nuovo record di consegne, pari a 13.340 veicoli, il 487% in più rispetto al medesimo periodo del 2020. Nel 2° trimestre dell’anno in corso inoltre l’azienda prevede di lanciare il suo nuovo modello, le cui consegne partiranno a fine 2021.
NIO è forse la società cinese più simile a quella guidata da Elon Musk. L’azienda offre veicoli elettrici per il segmento premium e nel 1° trimestre 2021 ha venduto 20.060 veicoli, anche qui si parla di un nuovo record, con un +423% rispetto al medesimo periodo del 2020. Il gruppo è riuscito ad evitare la bancarotta, e continua ad evidenziare margini in crescita e liquidità in aumento.
Secondo gli analisti, nell’anno in corso l’azienda dovrebbe ridurre le perdite a 0,37 dollari per azione, in deciso calo rispetto ai 0,66 dollari nel 2020. Anche i ricavi sono previsti in crescita, a 5,21 miliardi di dollari nel 2021. Gli esperti si attendono un’ulteriore riduzione delle perdite a 0,10 dollari per azione nel 2022, con ricavi a +81%.
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