Intel torna sotto la lente degli investitori a Wall Street. Il noto produttore statunitense di chip ha infatti annunciato che separerà il suo ramo di investimento e di venture capital, Intel Capital, in una società autonoma, per concentrarsi sul miglioramento dell'efficienza in tutta l'azienda. Intel, che rimarrà un investitore di riferimento, ha detto che le operazioni autonome dovrebbero iniziare nella seconda metà del 2025 e avranno un nuovo nome. L'attuale team di Intel Capital si trasferirà nella nuova società.
La separazione di Intel Capital è uno “scenario vantaggioso per tutti, in quanto fornisce al fondo l'accesso a nuove fonti di capitale per espandere la propria attività, consentendo al contempo a entrambe le società di continuare a beneficiare di una produttiva partnership strategica a lungo termine”, ha dichiarato David Zinsner, Co-Chief executive officer e CFO ad interim di Intel.
Fondata nel 1991, Intel Capital ha un patrimonio in gestione di oltre 5 miliardi di dollari e investe in aziende in quattro aree dell'ecosistema tecnologico: silicio, tecnologia, dispositivi e cloud. La startup Orchid Security, specializzata nella sicurezza delle identità, ha dichiarato di aver raccolto 36 milioni di dollari in un round di finanziamento early-stage guidato da Intel Capital e Team8.
Stati Uniti spingono TSMC e Samsung a ridurre forniture chip in Cina
Intanto, secondo quanto riportato da Bloomberg, le autorità statunitensi stanno pianificando ulteriori norme volte a limitare il flusso di chip avanzati prodotti da TSMC e dai suoi omologhi in Cina, aggiungendosi alla raffica di restrizioni imposte dall'amministrazione Biden negli ultimi anni.
Le misure proposte incoraggeranno produttori come TSMC, Samsung Electronics e Intel a controllare più attentamente i loro clienti per verificare che non abbiano legami con organizzazioni cinesi inserite nella black list del governo USA.
Il rapporto di Bloomberg giunge a pochi giorni dall'introduzione da parte degli Stati Uniti di ulteriori restrizioni all'esportazione di chip avanzati per l'intelligenza artificiale, in un continuo tentativo di escludere la Cina dai progressi di questa tecnologia in rapida crescita.
Questa settimana gli Stati Uniti hanno introdotto ulteriori restrizioni sulle esportazioni di chip AI, in particolare introducendo un tetto al numero di chip che possono essere esportati nella maggior parte dei Paesi. L'accesso illimitato alla tecnologia AI statunitense sarà riservato solo agli alleati più stretti degli Stati Uniti.
In vista dell’insediamento dell’amministrazione Trump, dal 20 gennaio, al momento non è chiaro come il presidente entrante tratterà le restrizioni sui chip contro la Cina. Il tycoon ha presentato una posizione da falco nei confronti di Pechino e intende imporre forti tariffe commerciali contro il Paese. In questo contesto, vediamo ora il quadro tecnico e l’operatività.
Azioni Intel: analisi tecnica e strategie operative
Le azioni Intel rimangono impostate al ribasso nel breve termine, in particolare dai massimi registrati in area 26 dollari nella prima decade di novembre scorso. I prezzi al momento stazionano poco sopra all’importante supporto orizzontale a 18,80 dollari, livello che conta i principali minimi segnati da agosto 2024. Segnali di forza in questa zona potrebbero essere sfruttati per l’implementazione di strategie "long" contro il trend in atto.
Per quanto riguarda la stagionalità - analizzata con la piattaforma Forecaster – gli archi temporali osservati mostrano una fase di debolezza che potrebbe estendersi fino a fine febbraio, seguita da una possibile fase rialzista sostenuta fino a luglio.
A livello operativo, si potrebbero attendere segnali di forza in area 18,80-18 dollari prima di valutare strategie "long". In tal caso, posizioni in acquisto avrebbero come primo obiettivo area 21,68 dollari. Un target più ambizioso potrebbe essere posto nell’area compresa tra le resistenze statiche a 24,66 e 26,45 dollari.
L’abbandono dei 18 dollari per azione potrebbe dare vita a un’accelerazione delle vendite. In questo caso posizioni ribassiste avrebbero come primo obiettivo area 16,80 dollari e un secondo target in zona 13-12 dollari, area di prezzi vista nell’ottobre 2002 e nel febbraio 2009.
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