La forza del dollaro USA rappresenta un grande problema per le aziende tecnologiche americane in questo momento. Il comparto tech facente parte dell'indice S&P 500 produce il 58% del fatturato fuori dal territorio americano, il che significa che una valuta statunitense in continuo rafforzamento riduce notevolmente i profitti. Infatti, questi verranno espressi in moneta locale e, una volta che le aziende faranno la conversione con il dollaro, subiranno lo scotto dell'effetto cambio.
Quest'anno il biglietto verde è stato straripante nei confronti di tutte le principali divise mondiali, grazie alla
politica monetaria fortemente restrittiva voluta dalla Federal Reserve (
Federal Reserve: storia e sviluppi della Banca Centrale americana) per combattere l'inflazione. Ad una situazione simile abbiamo assistito nel 2014, quando la Banca Centrale a stelle e strisce stava per iniziare un ciclo di strette. Tuttavia, vi è una differenza sostanziale tra allora e oggi: all'epoca il dollaro si rafforzava con l'economia americana in salute, o comunque abbastanza forte da permettere alla Fed di poter elevare i tassi di riferimento senza incidere sui profitti aziendali.
Adesso invece si ha una situazione dove le attese sono per un rallentamento della crescita, se non addirittura per una recessione. Secondo un'indagine di questa estate effettuata dal Wall Street Journal tra gli economisti internazionali, la probabilità che l'economia americana regredisca si attesta al 49%, la quota più alta da luglio 2020, quando si era ancora nel pieno della pandemia. "La combinazione di rallentamento della crescita, aumento dei tassi di interesse e un dollaro più forte aiuta a spiegare perché così tanti titoli tecnologici sono crollati ai minimi pluriennali negli ultimi mesi", ha affermato Nicholas Colas, co-fondatore di DataTrek Research.
Ecco le società USA colpite dal dollaro forte
I titoli tecnologici quest'anno a Wall Street hanno quindi pagato dazio non solo per i tassi d'interesse in continuo rialzo (che danneggiano notoriamente le aziende che puntano alla crescita) ma anche dal superdollaro, che intacca i profitti delle multinazionali che operano prevalentemente all'estero. Quindi, cosa bisogna aspettarsi per la stagione degli utili che si aprirà questo mese?
Microsoft ha già avvertito che un dollaro più forte potrà ridurre nel trimestre la crescita dei ricavi del 5%. E questa non è una buona notizia, dato che a luglio il gigante informatico ha registrato l'incremento delle entrate minore dal 2020. Le stesse preoccupazioni sono state espresse da altre big tech come Alphabet e Meta, con quest'ultima alle prese con un crollo drammatico dell'utenza nelle piattaforme social, per effetto del dilagare del concorrente TikTok.
"Se pensiamo all'elenco delle cose che sono andate storte per la tecnologia quest'anno, il dollaro è solo la ciliegina sulla torta", ha affermato Denny Fish, gestore di portafoglio di Janus Henderson. "Abbiamo avuto inflazione, tassi in aumento, tutti si aspettavano che l'economia rallentasse materialmente e ora abbiamo questo vento contrario valutario", ha aggiunto l'esperto.