Honda e Nissan hanno firmato un memorandum d'intesa che dà avvio ai colloqui per realizzare la fusione annunciata nei giorni scorsi. Le due società hanno dichiarato in conferenza stampa che puntano a raggiungere un accordo definitivo entro giugno 2025 e a completarlo poi nel 2026. Se le trattative dovessero avere esito positivo, assisteremo alla più grande combinazione nella storia dell'automotive giapponese ed alla nascita della terza casa automobilistica per vendite dietro Toyota e Volkswagen con 8 milioni di unità.
Al consolidamento potrebbe unirsi anche la più piccola Mitsubishi Motors, alleata dal 2016 con Nissan. Secondo un memorandum d'intesa separato, Mitsubishi deciderà il mese prossimo se partecipare o meno ai colloqui.
Il progetto prevede la costituzione di una holding che sarà quotata alla Borsa di Tokyo nel 2026 del valore di 54 miliardi di dollari (58 miliardi con Mitsubishi), stando alle attuali capitalizzazioni di mercato delle società coinvolte. Honda e Nissan hanno discusso dei loro piani con i rappresentanti del Ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria giapponese, che spinge a una fusione tra le due società da 5 anni per favorire un consolidamento del settore.
Honda-Nissan: cosa significa la fusione
I colloqui per la fusione tra Nissan e Honda arrivano in un momento molto delicato per entrambe, che versano in uno stato di gravi difficoltà finanziarie. Le aziende giapponesi hanno subito drammaticamente la concorrenza dei veicoli elettrici e ibridi da parte della Cina, costringendo il settore a un consolidamento a livello nazionale. Di questo ha oggettivamente più bisogno Nissan, che si è vista un autentico tracollo delle vendite in USA e in Cina. Ciò l'ha portata a ridurre le prospettive di utile annuale del 70%, nonché a tagliare i posti di lavoro e la capacità produttiva.
Secondo Toshihiro Mibe, Amministratore delegato di Honda, c'è la necessità di "mantenere la competitività globale di fronte a un ambiente economico in drastico cambiamento". Frasi echeggiate da Makoto Uchida, amministratore delegato di Nissan, secondo cui tutto ciò è necessario "perché nuovi attori si fanno strada nei nostri mercati e l'economia di scala è sempre più importante".
Insieme le società puntano a ottenere un risparmio dei costi attraverso la condivisione delle piattaforme di veicoli e metteranno in comune le risorse per investire nell'elettrificazione, nel software e nella guida autonoma.
Le sinergie stimate dall’integrazione inoltre porteranno un fatturato superiore a 30.000 miliardi di yen e un utile operativo di oltre 3.000 miliardi di yen. L'alleanza inoltre si contrappone all'altro colosso dell'industria automobilistica giapponese, Toyota, che primeggia grazie anche alle sue partnership con Mazda, Subaru e Suzuki.
Carlos Ghosn: una fusione che non ha senso
A essere molto scettico sulla fusione tra Honda e Nissan è l'ex Amministratore delegato di Nissan, Carlos Ghosn. Il top manager era stato accusato di aver sottostimato i guadagni, di aver violato la fiducia e di essersi appropriato indebitamente dei fondi aziendali. Nel 2019, quando era in attesa del processo, è fuggito dal Giappone.
"I piani di fusione non hanno senso", ha affermato in una conferenza stampa in Libano, dove risiede. "Da un punto di vista industriale, c'è duplicazione ovunque tra le due aziende, la complementarità era necessaria in una fusione, ma non esisteva nulla tra Honda e Nissan. Se questa fusione avrà luogo, personalmente non credo che avrà successo".