Big Tech: Google stretto nella morsa dell'Antitrust e di Apple | Investire.biz

Big Tech: Google stretto nella morsa dell'Antitrust e di Apple

28 ott 2020 - 13:30

28 ott 2020 - 14:03

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Una nuova indagine dell'Antitrust italiana e la concorrenza di Apple sul motore di ricerca rappresentano pericolose insidie per Mountain View. Vediamo in che modo

  • L'Antitrust italiano accusa Google per abuso di posizione dominante e invia ispezioni presso le sedi aziendali;
  • Secondo l'Autorità garante la politica anticoncorrenziale del gigante del web avrebbe ripercussioni sull'innovazione tecnologica e sulla qualità dei servizi;
  • Apple sta mettendo in piedi un motore di ricerca che potrà insidiare la leadership di Google

 

Google è bersagliata dall'Antitrust. Dopo che nei giorni scorsi il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha avviato un'indagine contro il gigante del motore di ricerca online per abuso di posizione dominante, ora è la volta dell'Autorità Italiana Garante della Concorrenza e del Mercato. 

L'accusa è di violazione dell'art.102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. In base all'enunciato è fatto divieto di sfruttare abusivamente una posizione dominante sul mercato interno per quel che riguarda la disponibilità e l'utilizzo dei dati per l'elaborazione delle campagne pubblicitarie. In altri termini, Google è contestata per effettuare un uso discriminatorio dei dati pubblicitari raccolti tramite il proprio motore di ricerca, mettendo in questo modo fuori mercato gli altri competitor.

L'Autorità si è mossa grazie alla segnalazione dell'Associazione di categoria delle imprese che operano nel settore della pubblicità digitale e dovrebbe iniziare un procedimento disciplinare che presumibilmente durerà poco più di un anno. Nella giornata di ieri, nelle sedi italiane di Google sono state effettuate delle ispezioni dalla Guardia di Finanza.

 

Google: una raccolta pubblicitaria del valore di 3,3 miliardi

Secondo l'Autorità garante, la raccolta pubblicitaria online nel 2019 è stata solo in Italia di 3,3 miliardi, che corrisponde al 22% del settore dei media, ovvero alla seconda fonte di entrate. Per la parte del display advertising la cifra è di 1,2 miliardi. Ora però ci sono in ballo i dati sensibili degli utenti. In base a quanto viene riportato, Google non avrebbe fornito le chiavi di accesso dell'ID Google alle altre aziende ma nel contempo avrebbe tracciato i dati per l'intermediazione pubblicitaria che gli altri non sono riusciti a replicare.

Google però non è solo un intermediatore pubblicitario, in quanto ha nel suo repertorio una serie di strumenti che gli consentono di mettere in piedi un profilo dettagliato delle persone verso cui dirottare i messaggi pubblicitari. Alcuni esempi sono: Android mobile, Chrome mobile, Google Maps, Google Drive, Gmail, ecc.

Tutti questi servizi avrebbero, secondo le Autorità di regolamentazione, un effetto distruttivo sulla concorrenza, con ampie ricadute nel tempo anche sui consumatori. Questo perché la riduzione delle risorse per i produttori di siti web e gli editor che ne consegue, comporterebbe un abbassamento della qualità dei contenuti per gli utenti. Non solo, senza un'effettiva competizione verrebbero scoraggiati gli investimenti per una tecnologia più avanzata, in grado di essere meno invadente per il grande pubblico del web.

 

Google: pericolo Apple sul motore di ricerca

Sul colosso di Mountain View si addensa un'altra nube all'orizzonte, ossia la pericolosa concorrenza di Apple sul motore di ricerca. L'azienda di Cupertino ha mostrato i primi risultati sull'ultima versione del sistema operativo iPhone, iOS 14, riguardo il collegamento ai siti internet quando gli utenti cliccano sulla schermata principale. Questo è un progetto che il team capitanato da Tim Cook sta portando avanti da anni, da quando tra le sue file è arrivato John Giannandrea, che era stato proprio capo della ricerca di Google.

Silicon Valley ha per il momento considerato il tutto come una sorta di exit strategy nel caso il Dipartimento di Giustizia americano mettesse a repentaglio la partnership tra i due giganti del digitale. Ciò non toglie che se la cosa venisse portata avanti con successo, per l'azienda guidata da Sundar Pichai sarebbe una seria minaccia nella leaderhip assoluta del proprio motore di ricerca.

Secondo gli esperti, costruire un vero rivale di Google nel motore di ricerca potrebbe richiedere molto tempo, ma è anche vero che Apple può permettersi di guardare nel lungo termine avendo risorse in abbondanza da investire. Basti pensare che per il 2021 i profitti previsti per la mela morsicata sarebbero di 55 miliardi di dollari, con 81 miliardi di riserve di cassa.

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