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Gibus ha fatto registrare nel 2019 un aumento dei ricavi di oltre il 20% rispetto al 2018;
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la crescita è stata trainata dal segmento del lusso con un incremento del 40,3% nei confronti dello scorso anno, passando da 11,6 a 16,2 milioni di euro;
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gli ottimi risultati annuali sono stati ottenuti grazie all’innovazione tecnologica e alla capacità di esportare il made in Italy all’estero.
Gibus è un’azienda italiana quotata al segmento AIM di Piazza Affari, con sede a Saccolongo in provincia di Padova, che riveste un ruolo di primaria importanza nell’ambito delle soluzioni di design da esterno di elevato profilo.
Gibus detiene un’elevata quota di mercato in Italia, ma ha anche una solida presenza all’estero da cui proviene il 31% dei propri ricavi, principalmente inFrancia e Germania.
La società padovana ha annunciato i risultati del 2019, facendo registrare ricavi pari a 40,9 milioni di euro con una performance del + 20,4% rispetto a quanto riportato nel 2018 di 34 milioni di euro.
La crescita è stata determinata soprattutto dal segmento del lusso con un +40,3% dei ricavi, che sono passati dagli 11,6 milioni di euro dello scorso anno ai 16,2 milioni di euro del 2019, rappresentando così il 41% del valore globale dell’azienda.
Tutte le linee di prodotto hanno fatto segnare un segno positivo; il lusso high tech ha riportato un + 46,6% con una quota aziendale del 29%, la linea Sostenibilità con un +27,2% e il 12% dei ricavi, mentre Linea Design è cresciuta del 9,3% rappresentando il 54% dei ricavi.
Come affermato dal Presidente e Amministratore Delegato di Gibus, Gianfranco Bellin, l’ottima performance del 2019 è il risultato della capacità dell’azienda di proporre prodotti innovativi di design ad alto valore tecnologico.
Ma analizziamo ora il titolo, sul time frame giornaliero, per cercare di capire come sfruttare gli ottimi risultati del report annuale, facendo attenzione in quanto stiamo trattando un’azione poco liquida che è sbarcata in borsa solo lo scorso 20 giugno.
Al suo ingresso all’AIM, Gibus aveva aperto a quota 6,23 euro per poi chiudere la giornata a 6 euro, quindi, nei giorni successivi ha fatto segnare il suo massimo storico a quota 6,75 euro il 9 luglio scorso.
Da questa giornata il titolo è sceso, per poi formare una fase di congestione con i prezzi compresi tra 5,55 e 6,26 euro.
Con la lunga candela positiva che si è formata venerdì 10 gennaio, le quotazioni si sono riportate al di sopra della trendline discendente, anche se i massimi sono ancora inferiori ai precedenti.
Comunque, in ottica rialzista, è utile tenere sotto osservazione il livello di 6,26 euro, ossia la parte alta della fase laterale che corrisponde quasi al prezzo dell’IPO.
Vediamo quindi come operare sul titolo.
Long:
ingresso: breakout area 6,26 euro
stop: appena al di sotto di area 5,56 euro
1° Target: area 6,55 euro 2° target: 6,75 euro.
Short:
Ingresso: breakout area 5,56 euro
Stop: appena al di sopra di area 6,26 euro
1° Target: area 5,35 euro 2° target: trailing profit.