Meglio perdere occasioni che perdere denaro. Questo è un mantra che in Borsa ogni trader dovrebbe seguire. Purtroppo ciò non sempre avviene e spesso ci si trova dinanzi a situazioni che diventa sempre più difficile gestire.È il caso ad esempio degli investitori che sono entrati a mercato troppo tardi nel rally di GameStop, in quanto spinti da un impulso incontrollabile.
Aver comprato in prossimità dei massimi raggiunti la scorsa settimana, significa aver fatto un bagno di sangue. Ieri il titolo ha perso il 30,77% e nel pre-market di oggi si preannuncia un'altra giornata nera con cali di oltre il 40%.
Con perdite così disastrose rimane poco da fare, diverso è il caso in cui, proprio approfittando del tonfo, qualcuno sta maturando l'idea di acquistare a prezzi più bassi sperando in un altro volo pindarico che proietti le azioni verso le vette di questi giorni.
GameStop: 3 ragioni per non comprare le azioni
La domanda è: ma vale la pena rischiare il capitale per un titolo di una tale incertezza da azzerare il denaro investito? Se magari ci sono valide ragioni per comprare, ce ne stanno altrettante per non farlo. Ci concentreremo sulle seconde, nella consapevolezza che il margine di errore in situazioni del genere è estremamente elevato.
Una prima ragione sta nel fatto che GameStop è una scommessa bella e buona, che poco ha a che vedere con il valore reale dell'azienda. Qui non c'è analisi tecnica e fondamentale che tengano. Chi investe in questa azione sta giocando alla roulette e gli può andar bene o gli può andar male.
Magari si potrebbe pensare di vederlo come un gioco e di impiegare una piccolissima quota che si può assolutamente permettere di perdere. Però chi garantisce che poi non si viene travolti dalla tentazione di integrare a prezzi a più bassi come spesso avviene in situazioni di questo tipo, proprio per la totale riluttanza ad accettare di perdere interamente, o quasi, il capitale?
Una seconda ragione è che non bisogna mai perdere di vista il motivo per cui GameStop è salito in Borsa del 1.600% in un mese. Si tratta di short squeeze, ossia grossi fondi d'investimento avevano venduto allo scoperto le azioni. Questo è un segnale eloquente che il mercato non crede nell'azienda e solo un aggiustamento tecnico ha fatto sì che tali posizioni non venissero mantenute.
Tutto ciò significa che, se mai ci sarà un target raggiunto, si scatenerà una pioggia di vendite sul titolo. Quando avverrà non è dato con esattezza di saperlo, l'unica cosa certa è che avverrà. Il motivo è semplice: per crescere a lungo un titolo ha bisogno di essere sorretto da ben altro che da semplici sentimenti di rivalsa contro gli squali di Wall Street. Gli scommettitori di WallStreetBets parlavano in chat di obiettivo di prezzo da 500 a 1.000 dollari, ma chi garantisce che una buona parte dei social investors non uscirà prima?
La terza e forse più importante ragione riguarda proprio l'azienda in sé. Come sta andando il business di GameStop? Si direbbe che la società sia in grave difficoltà e non solo perché i blocchi pandemici hanno ridimensionato enormemente il fatturato, ma perché il passaggio al digitale dei videogiochi ha fatto drasticamente calare le vendite nei 6.000 negozi fisici sparsi in 17 Paesi a livello mondiale.
Anche quando il virus verrà lasciato alle spalle e le persone tornano a comprare la sensazione è che ormai il cambiamento in atto sia irreversibile e quindi l'attività di GameStop sia destinata a un inesorabile declino.
GameStop: le opzioni specchietto per le allodole
Molti degli acquisti sulle azioni GameStop sono stati effettuati utilizzando le opzioni call per proteggersi dal rischio di una discesa delle quotazioni del sottostante, limitando la perdita al premio pagato. Questa formula potrebbe comunque nascondere delle insidie.
Uno dei fattori che determina il valore delle opzioni è la volatilità implicita e in questo periodo sul titolo GameStop ce n'è molta. Giocoforza il costo di un'opzione è cresciuto tantissimo. Questo significa che comprare un'opzione quando la volatilità è alle stelle non è mai una buona idea, perché nel momento in cui essa si abbassa, si svuota nel contempo il valore dell'opzione se il prezzo non si muove rapidamente nella direzione desiderata.
In sostanza, spendere una somma alta per comprare un'opzione call mette davanti al rischio sostenuto di perdere tutto il capitale qualora il prezzo del sottostante diminuisca al di sotto dello strike price. E c'è un ulteriore inconveniente: il tempo per il recupero è limitato perché, a differenza dell'acquisto diretto del sottostante, l'opzione giunge a scadenza. In definitiva, se si pensa di tenersi al riparo con le opzioni in una fattispecie del genere, forse questa non è la soluzione adatta.