La possibilità che la nuova ondata di dazi da parte dell' amministrazione Trump possa essere più morbida rispetto a quanto minacciato nelle scorse settimane non ha impattato più di tanto sui mercati azionari europei, che hanno chiuso le contrattazioni in ordine sparso.
In questo contesto il FTSE Mib ha terminato la prima giornata della settimana sugli stessi valori di venerdì scorso in area 39 mila punti. Dal punto di vista operativo non cambia la view sull'indice italiano, che con la tenuta dei livelli sopra menzionati dovrebbe proseguire il trend primario ascendente verso i 39.250-39.300 punti e a seguire i 39.500 punti. Al contrario segnali di debolezza si avrebbero con la violazione dei 38 mila punti e primi target sui minimi dell'ultimo mese situati nei pressi dei 37.500 punti.
Tra i titoli che nella seduta odierna a Piazza Affari hanno registrato una delle peggiori performance troviamo Fincantieri, nel giorno il cui il Gruppo cantieristico navale ha comunicato i conti del 2024. Andiamo a leggerli nel dettaglio.
Fincantieri: nel 2024 torna l'utile
Fincantieri ha comunicato i conti del 2024, contrassegnati dal ritorno dell'utile. In un contesto geopolitico di forte discontinuità, l'azienda è passata dai -53 milioni di euro del 2023 ai 27 milioni di euro di utile del 2024, risultando in anticipo rispetto alle previsioni presenti nel piano industriale.
Nel corso del 2024 si è anche registrato un record per quanto riguarda gli ordini acquisiti che, raddoppiando rispetto all'anno precedente, si sono attestati a 15 miliardi di euro. Il backlog si è spinto sui 31 miliardi di euro, in aumento del 34% rispetto all'anno precedente.
In crescita del 28% a 509 milioni di euro è risultato l'Ebtida, il cui margine passa dal 5,2% al 6,3%, superiore alla guidance del 2024, mentre i ricavi hanno visto una crescita del 6,2% a 8,13 miliardi di euro. In decisa accelerazione l'Ebit che passa da 162 milioni di euro a 246 milioni di euro, con un margine del 3% rispetto al 2,1% del 2023.
Nel corso del 2024 è migliorato anche il debito che passa dai 2,27 miliardi di euro agli attuali 1,28 miliardi di euro, grazie anche all'aumento di capitale che è stato utilizzato per l'acquisto di Wass.
In questo contesto il rapporto di indebitamento è stato pari a 3,3x, in deciso miglioramento rispetto ai 4,5-5x forniti nella guidance comunicata a novembre. Durante il 2024 sono state consegnate 20 navi, mentre 28 navi sono presenti in portafoglio, con una visibilità sulle consegne previste fino al 2036.
In occasione della presentazione dei dati la società ha fornito la nuova guidance sul 2025, che include il consolidamento di Remazel e Wass. Nello specifico i ricavi dovrebbero attestarsi a 9 miliardi di euro, con un'Ebtida margine sopra il 7%. Il rapporto di indebitamento dovrebbe invece posizionarsi sugli stessi livelli del 2024, mentre l'utile netto è visto positivo.
Azioni Fincantieri: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo a vedere come si sono comportate le azioni Fincantieri nella giornata odierna a Piazza Affari. Con volumi non eccezionali è stato un inizio di settimana all'insegna della debolezza per Fincantieri, con le quotazioni che hanno chiuso in ribasso del 2,8% in area 10,80 euro.
Il movimento odierno, che possiamo catalogare come una normale correzione, non altera il trend primario che rimane sempre impostato al rialzo. In questo contesto una prosecuzione delle prese di beneficio fin verso i 9,80-9,75 euro, dove troviamo l'indicatore giornaliero del Supertrend, potrebbe rappresentare una nuova occasione di acquisti.
La tenuta di questi livelli dovrebbe favorire a quel punto il ritorno degli acquisti, con primi obiettivi gli 11 euro e successivamente i massimi di periodo in area 11,60 euro.
Nel caso in cui questi livelli resistenziali dovessero essere lasciati alle spalle, si avrebbe un rafforzamento del quadro grafico con possibili espansione dei guadagni fin verso i 12,50 euro, con obiettivi intermedi nei pressi dei 12 euro.
Al contrario la perdita dei 9,75 euro dovrebbe mettere in moto una fase correttiva più intensa, con un primo obiettivo ribassista i 9,30-9,25 euro e in seguito gli 8,70 euro, dove verrebbe messa sotto pressione la trendline discendente che parte dai minimi dello scorso mese di novembre e congiunge i minimi di febbraio 2025.
Dal punto di vista operativo la violazione di tali supporti andrebbe a deteriorare il quadro grafico, con possibili ulteriori ribassi prima in direzione degli 8 euro, dove verrebbe chiuso il gap-up lasciato aperto lo scorso 17 febbraio, e a seguire i minimi degli ultimi due mesi posti in area 7,25-7,20 euro.
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