E' stato un inizio di settimana all'insegna della positività per i mercati azionari europei. A contribuire a sostenere il sentiment degli investitori il deludente dato proveniente dall'indice IFO tedesco, variabile che contribuisce a rafforzare la traiettoria di allentamento della BCE in ottica prospettica. Il mercato sta iniziando a ipotizzare concretamente un taglio dei tassi di 50 punti base a dicembre. Non fosse così, difficilmente Christine Lagarde e il team che guida l'Eurotower non porterebbero comunque una sforbiciata da 25 punti base, la quarta nelle ultime quattro riunioni.
Inevitabilmente questo scenario si è ripercosso negativamente sul settore bancario italiano, con il FTSE Mib che nonostante l'offerta di Unicredit su Banco BPM ha chiuso le contrattazioni vicino ai valori di venerdì scorso in area 33.450 punti. Dal punto di vista operativo non cambia la view sull'indice di riferimento di Piazza Affari: solo con il superamento dei 33.750 punti il basket potrebbe andare a mettere sotto pressione le forti resistenze situate sulla soglia dei 34.000 punti.
Tra i titoli che a Piazza Affari hanno registrato una performance negativa troviamo ENI, nel giorno in cui il cane a sei zampe ha annunciato il varo dello scafo di un'unità galleggiante. Andiamo a vedere di cosa si tratta.
ENI: inaugura lo scafo di Nguya per il gas liquefatto in Congo
Nel fine settimana ENI ha comunicato di aver inaugurato lo scafo dell’unità galleggiante di produzione di gas naturale liquefatto Nguya FLNG, situato nel cantiere navale Wison di Nantong, in Cina. La struttura avrà una capacità di liquefazione di 2,4 milioni di tonnellate all'anno e si affiancherà all'attuale FLNG Tango, in funzione da quasi un anno e con una capacità di 0,6 tonnellate annue.
Il progetto FLNG conferma la valorizzazione da parte del Gruppo guidato da Claudio Descalzi delle risorse di gas presenti nel Paese africano, capitalizzando non solo le opportunità locali e internazionali per creare ulteriore valore per gli stakeholder, ma consolidando il Congo come uno dei principali esportatori africani di LNG.
Il varo dello scafo conferma inoltre le performance time-to-market del Gruppo italiano. Nello specifico le attività di completamento di Nguya FLNG sono già avanzate all'80%, mentre le tempistiche complessive della Fase 2 ammonteranno a meno di 3 anni. Da sottolineare che Nguya FLNG avrà un'impronta carbonica più contenuta grazie al design, alla tecnologia e all’approccio zero-flaring, in linea con la strategia di decarbonizzazione presente all'interno del Piano strategico di ENI.
A proposito di decarbonizzazione, sempre in queste ore ENI ha firmato un memorandum d'intesa con il Gruppo MSC per aiutare la compagnia di navigazione svizzera a decarbonizzare i suoi servizi di trasporto e crociera. L'accordo prevede il potenziale utilizzo di gas naturale liquefatto, vettori energetici a basso contenuto di carbonio e lubrificanti da materie prime rinnovabili sulle flotte di MSC e sistemi di energia pulita nei suoi siti e strutture.
Azioni ENI: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere come si è comportata l'azione nella seduta odierna a Piazza Affari. Con volumi in diminuzione rispetto alla media giornaliera mensile, è stato un inizio di settimana all'insegna delle vendite per il titolo ENI che ha chiuso le contrattazioni in ribasso di oltre l'1,1% sotto la soglia dei 14 euro.
Dal punto di vista operativo, fondamentale sarà ora il recupero di questi ultimi livelli, per evitare una continuazione del trend discendente in direzione dei 13,70-13,65 euro e successivamente verso i 13,5 euro, che rappresentano i minimi dell'anno in corso.
Nel caso in cui dovessimo assistere alla violazione di questi sostegni, nei cui pressi troviamo l'indicatore daily del Supertrend, si avrebbe un deciso indebolimento del quadro grafico con possibili nuove correzioni prima verso i 13,30 euro e in seguito in direzione dei minimi degli ultimi 16 mesi situati sulla soglia dei 13 euro.
Al contrario sarà solo con il superamento dei 14,45-14,55 euro, che rappresentano i massimi degli ultimi due mesi e nelle cui vicinanze troviamo la media mobile a 200 giorni, che si avrebbe un primo segnale di forza con un primo obiettivo situato sui 14,75 euro e a seguire i 14,85 euro.
Nel caso in cui queste aree resistenziali dovessero essere messe alle spalle si avrebbe una continuazione degli acquisti in direzione dei 15 euro, dove verrebbe chiuso il gap-down lasciato aperto lo scorso 16 maggio, e di seguito i 15,25 euro. Sarà solo superando queste ultime aree resistenziali che aumenterebbero per l'azione le chance di andare a mettere sotto pressione i massimi annuali in area 15,80 euro.
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