In una seduta caratterizzata dalle scadenze tecniche delle tre streghe, i principali mercati azionari chiudono l'ultima giornata della settimana in generale rialzo, anche se distanti dai massimi intra. In questo contesto il FTSE Mib manca il superamento dei 29.000 punti, chiudendo le contrattazioni nei pressi dei 28.900 punti.
Rispetto agli ultimi nostri aggiornamenti non cambia il quadro grafico che vedrebbe una prosecuzione del movimento rialzista solo con una conferma dei corsi sopra i 29.000 punti e primi obiettivi i 29.300 punti, dove verrebbe chiuso il gap ribasissta lasciato aperto il 2 agosto scorso. Al contrario segnali di debolezza si avrebbero con un ritorno delle quotazioni sotto i primi importanti sostegni situati sui 28.000 punti e primi target i minimi degli ultimi due mesi in area 27.500 punti.
Tra i titoli che chiudono vicini ai minimi di giornata troviamo Eni, che interrompe il suo rally nonostante alcune notizie in arrivo dal Regno Unito. Andiamo a vedere di cosa si tratta
Eni: licenza stoccaggio di C02 nel Mare del Nord
In queste ore la controllata britannica del cane a sei zampe, Eni UK, ha comunicato di aver ottenuto la licenza per lo stoccaggio di CO2, rilasciata dall’Autorità Britannica, e riguardante il giacimento di gas depletato di Hewett. Questo situato a 20 km al largo di Bacton, nell’area meridionale del Mare del Nord, ha una capacità di stoccaggio notevole, raggiungendo circa le 300 milioni di tonnellate.
L'importanza del giacimento risiede non solo nella possibilità di riutilizzare parte delle infrastrutture a esso connesso ma in particolar modo la vicinanza al polo industriale di Bacton, rende Hewett un sito ideale per stoccare in modo permanente l'anidride carbonica proveniente dalle industrie nel sud-est dell'Inghilterra e nell'area dell'estuario del Tamigi. La capacità iniziale di stoccaggio di Co2 è stimata in circa 6 milioni di tonnellate annui a partire dall'ultima parte del decennio, per arrivare a superare le 10 milioni di tonnellate dopo il 2030, apportando in questo modo un significativo contributo rispetto all'obiettivo del Regno Unito di stoccare 20-30 milioni di tonnellate di CO2.
Le notizie di queste ultime ore seguono quelle arrivate nella giornata di ieri e riguardante lo studio, insieme a LG Chem, di fattibilità tecnica ed economica per una possibile bioraffineria in Corea del Sud.
Azioni Eni: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere come si è comportata l'azione nella giornata in corso. E' stata una seduta volatile questa odierna per il titolo Eni che, dopo un'apertura all'insegna degli acquisti, ha chiuso le contrattazioni in leggero ribasso in area 15,30 euro. Nel breve periodo il movimento odierno non cambia il quadro grafico primario che rimane sempre impostato al rialzo e le cui attese sono per un nuovo test sui massimi del 2023 in area 15,50 euro. L'eventuale superamento di questi livelli riattiverebbe la tendenza principale, con possibili allunghi fin verso i massimi degli ultimi 4 anni situati sulla soglia dei 16 euro. Dal punto di vista operativo l'eventuale superamento di tali aree resistenziali, aprirebbe le porte per andare a mettere sotto pressione i massimi del 2018 in area 16,90 euro.In questo contesto eventuali prese di beneficio che riportassero i prezzi verso i 14,60-14,50 euro, dove troviamo l'indicatore del Supertrend giornaliero, potrebbero essere lette come delle occasioni di acquisto.
Al contrario solo con la perdita dei 14,50 euro l'azione si aprirebbe la strada ad una fase correttiva più marcata con primo obiettivo i 14 euro, dove troviamo la media mobile a 50 giorni. Nel caso in cui tali supporti dovessero essere violati al ribasso, si avrebbe una continuazione delle vendite con nuovi target ribassisti posti sui 13,50-13,60 euro, dove troviamo non solo la media mobile di lungo periodo ma anche la trendline ascendente che parte dai minimi di 12 mesi fa. Fondamentale sarebbe la tenuta di tali supporti per evitare sia un indebolimento della struttura grafica che la prosecuzione delle vendite fin verso la soglia psicologica dei 13 euro, che rappresentano i minimi degli ultimi due mesi.
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