Il fiume di denaro che quest'anno si è riversato sui titoli tecnologici a Wall Street sembra affievolirsi. Secondo un'analisi effettuata da Bank of America, il settore ha visto deflussi per 2 miliardi di dollari nei cinque giorni di negoziazione fino al 21 giugno. Ciò rappresenta il più grande deficit delle ultime 10 settimane. Questo secondo lo stratega di BofA, Michael Hartnett, potrebbe essere un segnale di fuga degli investitori dalla tecnologia. "Sebbene il posizionamento affollato e il forte sentiment degli investitori non siano un ostacolo a un nuovo rialzo, c'è una maggiore possibilità di un ribasso rispetto al rialzo quest'estate", ha affermato Hartnett.
L'esperto ora prevede un incremento massimo di 100-150 punti per l'S&P 500 prima di settembre, ma un possibile ribasso di 300 punti dell'indice nello stesso periodo. Hartnett è stato uno degli strateghi di Wall Street più pessimisti quest'anno, ma le sue previsioni non hanno rispecchiato l'andamento del mercato. A suo avviso, ora, gli investitori sono "bloccati nei titoli della crescita perché banche e immobili commerciali hanno ancora cattive vibrazioni di recessione, soprattutto alla luce dei rinnovati rialzi delle Banche centrali".
Azioni tech: la Fed guiderà i ribassi
Gli investitori delle azioni tecnologiche hanno cercato di metabolizzare i messaggi che sono arrivati dalla
Federal Reserve nelle ultime settimane in tema di tassi d'interesse. La Banca centrale americana insiste sul fatto che l'inflazione ancora rappresenti una minaccia e che il lavoro per riportarla all'obiettivo di lungo periodo del 2% non è finito. Questo significa che, dopo la pausa di questo mese, nei prossimi incontri
la Fed presumibilmente tornerà ad alzare il costo del denaro. Di quanto dipenderà dai dati macroeconomici che usciranno nelle prossime settimane, come ha ribadito ultimamente il governatore
Jerome Powell.
Gli operatori di mercato quindi potrebbero fare due conti, tenuto presente che le valutazioni dei titoli tech ora cominciano a essere elevate e
il terreno in cui le azioni si muovono è di ipercomprato. Chris Harvey, responsabile della strategia azionaria di Wells Fargo Securities, fa un accostamento con la bolla tecnologica di fine e inizio millennio (
Bolla Dot-com: storia del sogno infranto del nuovo mercato). Allora lo scoppio avvenne quando la politica monetaria restrittiva scosse le azioni e oggi potrebbe ripetersi lo stesso scenario, sebbene si venga da una fase di lunghe strette monetarie da parte della Federal Reserve.
Anche Marko Kolanovic, strategist di JP Morgan non è molto ottimista, affermando che Wall Street potrebbe essere colpita da un "secondo tempo tumultuoso quest'anno", via via che l'impatto (ritardato) della politica monetaria restrittiva della Fed raggiunge l'economia.