L'ultima seduta a Wall Street per i titoli tecnologici ha segnato una boccata d'ossigeno dopo un inizio tumultuoso. Il NASDAQ-100 ha terminato le contrattazioni con un rialzo dello 0,63%, troppo poco comunque per compensare le grandi perdite subite negli ultimi giorni di pesante sell-off. Sono sempre le azioni tech che stanno trascinando l'S&P 500 a fondo, sebbene ancora il principale indice americano scambi a 20 volte gli utili previsti per il 2022, quando la media storica si assesta a 15.
La tempesta che si è abbattuta sulle azioni legate alla crescita non è stata uguale per tutti. Robinhood ad esempio ha perso circa l'80% del suo valore dal punto più alto post-quotazione, mentre altre società non redditizie come Roku, Snap e Zillow hanno lasciato per strada tra il 50% e il 75%.
Nel contempo le big tech hanno cercato di limitare i danni, forti della loro posizione di leadership sui mercati di appartenenza. Tra queste però vi è stato il naufragio di Netflix, partito la scorsa settimana dopo la pubblicazione della trimestrale che polverizzato un quarto della capitalizzazione societaria a causa della crescita deludente degli abbonati.
Azioni tech: sentiment del mercato negativo
Quando finiranno le vendite delle azioni growth? Difficile dirlo in questo momento, perché il sentiment del mercato è nero alla luce dell'irrigidimento della Federal Reserve sulla politica monetaria. Al riguardo oggi inizia la 2 giorni di riunione del meeting mensile della Banca Centrale USA e le indicazioni che nella conferenza stampa di domani sera darà Jerome Powell saranno con ogni probabilità un grande driver per i mercati nelle prossime settimane.
Ad offuscare il quadro generale i venti di guerra che soffiano da Mosca, ormai prossima all'invasione dell'Ucraina. Gli Stati Uniti hanno messo in allerta 8.500 truppe al confine per rafforzare la presenza della NATO e tutto sembra pronto per un sanguinoso conflitto che genererà ulteriore confusione nei mercati finanziari.
Azioni tech: cosa dice l'indice Shiller Cape
Il problema principale però forse è dettato dal fatto che, nonostante i cali, i titoli tech sono tutt'altro che economici. Una cartina di tornasole viene fornita dall'indice Shiller Cape, che riproduce il price/earnings corretto per il ciclo economico. In sostanza l'indicatore, reso famoso dall'economista Yale Robert Shiller, mette in relazione il multiplo azionario con l'inflazione negli ultimi 10 anni in modo da limitare le fluttuazioni degli utili.
In questo momento tale indice si trova molto al di sopra la sua media storica a 36 volte. Shiller Cape fa da cassa di risonanza oggi perché il clima generale si presenta tetro e quindi mette al centro l'idea che forse adesso puntare sulle azioni tecnologiche non sia la scelta di mercato più giusta.