Credit Suisse riacquista 3 mld di franchi di bond, ecco perché | Investire.biz

Credit Suisse riacquista 3 mld di franchi di bond, ecco perché

07 ott 2022 - 11:40

07 ott 2022 - 11:41

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Approfittando dei prezzi in calo, il colosso finanziario svizzero sta riacquistando il proprio debito. Il mercato azionario apprezza

Credit Suisse metterà mano al portafoglio e riacquisterà titoli del proprio debito per circa 3 miliardi di franchi. La banca svizzera approfitta quindi del calo delle quotazioni di mercato, attingendo alla propria consistente liquidità, come riferito domenica scorsa dall'Amministratore Delegato Ulrich Koerner. L'offerta riguarda obbligazioni espresse in euro e sterline per il controvalore di 1 miliardo di euro e bond denominati in dollari USA fino a 2 miliardi di dollari.
 
Tra queste si trovano le cosiddette Additional Tier 1, emesse questa estate e che riguardano una tipologia di obbligazioni bancarie particolarmente rischiose, per cui Credit Suisse ha dovuto stabilire una cedola a doppia cifra. Il crollo di tali bond di oltre 10 centesimi sotto il valore nominale ha rappresentato un'occasione ghiotta per l'istituto elvetico che naviga in questo periodo in acque agitate. 
 
"Le transazioni sono coerenti con il nostro approccio proattivo alla gestione della nostra composizione complessiva delle passività e all'ottimizzazione degli interessi passivi e ci consentono di sfruttare le condizioni di mercato per riacquistare il debito a prezzi interessanti", afferma Credit Suisse nella nota. Le azioni della banca all'apertura dei mercati stamattina avanzano del 4,25%.
 
 

Credit Suisse: cosa significa il riacquisto di obbligazioni

Questa mossa di Credit Suisse giunge mentre gli investitori si preparano all'appuntamento cruciale del 27 ottobre, quando il colosso finanziario di Zurigo dovrebbe annunciare il suo piano strategico per uscire dalla crisi. L'azienda sta studiando un modo per evitare l'aumento di capitale attraverso lo spin-off dell'attività di investment banking da quella di gestione patrimoniale, su cui concentrerebbe il business.
 
Tuttavia, secondo gli analisti, difficilmente la banca riuscirà a sfuggire da una ricapitalizzazione, che richiederebbe dai 4 ai 6 miliardi di franchi. In altri termini, anche vendendo alcuni assets importanti come l'unità di prodotti cartolarizzati di cui si discute, questo potrebbe non essere sufficiente per rimettere i conti in sesto.
 
Il riacquisto di obbligazioni potrebbe in questa veste servire anche per dare un segnale di forza al mercato. Non ne è troppo convinta Alicia Garcia Herrero, capo economista per l'Asia-Pacifico di Natixis, che afferma come tale operazione sia "un modo per confondere la situazione attuale, in quanto Credit Suisse spera di ridurre lo spread dei CDS prima di sfruttare nuovamente il mercato obbligazionario per raccogliere capitali". Ricordiamo che all'inizio di questa settimana i credit default swaps a un anno e a cinque anni si erano proiettati ai massimi dalla crisi del 2008.
 
Secondo Andreas Venditti, analista di Vontobel, si tratta di "una mossa opportunistica per sfruttare le condizioni di mercato che potrebbero essere rassicuranti per alcuni investitori". L'esperto ha aggiunto: "Se si acquista sotto la pari, si ottiene un guadagno che aumenterà leggermente il capitale".
 
Il riacquisto comunque riporta alla memoria un altro episodio controverso, come l'offerta di 5,4 miliardi di dollari che nel 2016 fece Deutsche Bank in piena crisi finanziaria. Il fatto ha una sua importanza perché in questi giorni non sono pochi quelli che hanno accostato la situazione di Credit Suisse con quella che allora attraversava la banca tedesca.
 
 
 

Credit Suisse: per Moody's le perdite saliranno a 3 miliardi di franchi

L'agenzia di rating Moody's intanto ha lanciato un monito per Credit Suisse, prevedendo che le perdite della banca saliranno a 3 miliardi di dollari entro fine anno, con il CET1 ratio che scivolerà al di sotto del livello chiave del 13%. A luglio l'istituto di credito aveva affermato che il coefficiente sarebbe stato compreso tra il 13% e il 14% per il resto del 2022, mentre riportava perdite nel primo semestre di 1,9 miliardi di franchi. "Se il parametro patrimoniale di base rimane costantemente al di sotto della soglia indicata sarebbe negativo per il credito della banca", ha dichiarato Alessandro Roccati, Vicepresidente del gruppo financial institutions dell'agenzia di rating.
 
Moody's ha già declassato il rating su Credit Suisse nel mese di agosto, mantenendo un outlook negativo. Allora l'agenzia ha motivato il giudizio con le difficoltà che la banca incontrerà in un contesto dove la crescita economica rallenta e i mercati saranno accidentati. "L'attuale contesto di mercato non è favorevole alla ristrutturazione e non è favorevole all'attuale modello di business del mercato dei capitali di Credit Suisse", ha ribadito Roccati.
 
Quanto alle vendite di assets per ottenere liquidità e scongiurare un aumento di capitale che a questo punto sarebbe altamente diluitivo per gli attuali azionisti, Roccati sottolinea che l'azienda di credito dovrà affrontare grandi ostacoli con i mercati nervosi e la diminuzione dei prezzi. "La strategia è probabilmente irraggiungibile", ha chiosato.
 
 

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