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IPO: cosa cambia con le nuove regole della commissione UE

10 dic 2022 - 15:00

11 dic 2022 - 07:54

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Ecco tutte le nuove regole per le IPO presentate dalla Commissione europea per sviluppare la Capital Markets Union. Vediamo cosa cambia per gli investitori

Questa settimana la Commissione UE ha presentato le misure per sviluppare la Capital Markets Union. Secondo Bruxelles i benefici della manovra dovrebbero superare i 10 miliardi di euro all'anno. Le proposte legislative saranno presentate al Parlamento europeo e al Consiglio per l'adozione.

Le novità riguardano quattro temi principali: regole del prospetto più semplici, regole sugli abusi di mercato più proporzionate, introduzione di strutture azionarie a voto multiplo, più ricerca da parte degli analisti sulle PMI.

Fanno parte della proposta le novità sul clearing, in modo da rendere i servizi di compensazione più resilienti, è prevista l’armonizzazione delle norme sull'insolvenza delle imprese in tutta l'UE, rendendole più efficienti e contribuendo a promuovere gli investimenti transfrontalieri.

Le novità riguardano anche le IPO e mirano a tagliare gli oneri amministrativi per le imprese di ogni dimensione, in particolare per le PMI, affinché possano accedere meglio ai finanziamenti pubblici. Vediamo i temi principali nel dettaglio.

 

IPO: cosa cambia per le quotazioni in Borsa

Per le IPO si prevede una semplificazione dei documenti richiesti per la quotazione, l'ottimizzazione dell'esame da parte delle autorità di supervisione nazionale, con relativa riduzione dei costi, che è stimata in 67 milioni di euro sui prospetti e in 100 milioni per i minori costi di compliance.

La proposta mira ad aiutare le società ad aver maggior visibilità presso gli investitori. Verrà consentito a livello UE, al di là delle singole normative nazionali, di avere quotazioni con azioni a voto multiplo, consentendo ai proprietari di portare in Borsa la società mantenendone il controllo dopo la quotazione.

Il nuovo iter intende anche “semplificare e chiarire alcuni requisiti in materia di market abuse senza compromettere l'integrità del mercato” e ad “aiutare le società a essere più visibili agli investitori, incoraggiando una maggiore ricerca sugli investimenti soprattutto per le piccole e medie imprese”.

 

PMI: aumenterà la ricerca da parte degli analisti

L’Unione europea mira ad aiutare le aziende a essere più visibili agli investitori, incoraggiando una maggiore ricerca da parte degli analisti, soprattutto per le PMI.

Sebbene le regole di unbundling introdotte dalla MiFID II fossero concepite per spezzare il legame tra commissioni di intermediazione e ricerca, l’Unione Europea riconosce che "in realtà hanno esacerbato la tendenza negativa nella copertura della ricerca per le piccole e medie imprese e non hanno portato alla nascita di fornitori di ricerche indipendenti e incentrate sulle PMI".

Le principali modifiche includono una soglia più elevata di market-cap al di sotto della quale non si applicano le regole di unbundling, in modo che le imprese che forniscono ricerca alle PMI possano raggruppare il prezzo della ricerca con quello dei servizi di intermediazione. È inoltre prevista l'introduzione di un codice di condotta per supportare la ricerca sponsorizzata dall'emittente, al fine di aumentarne l'affidabilità.

 

Via al Clearing europeo

Le nuove misure per il clearing prevedono alle “controparti centrali di ampliare i prodotti in modo più rapido e semplice incentivando il mercato UE a compensare e creare liquidità” all’interno della sede comunitaria.

La Commissione UE porta come esempio degli effetti l’aumento della “trasparenza delle richieste di margini, in modo che gli attori del mercato siano in una posizione migliore per calcolarli”. La proposta impone a tutti i soggetti che operano in UE “interessati a detenere conti attivi presso le controparti centrali comunitarie di compensare almeno una parte dei contratti derivati” all’interno dell’Unione migliorando la gestione dei rischi per la stabilità finanziaria.

 

Fallimento societario: regole uniche a livello UE

L’UE intende armonizzare gli aspetti specifici delle procedure di insolvenza con regole nuove per preservare la massa fallimentare; i comitati dei creditori per assicurare un'equa ripartizione del valore recuperato fra gli aventi diritto; le cosiddette procedure “pre-pack” e l'obbligo per gli amministratori di presentare tempestivamente istanza di insolvenza per evitare che il valore della società si deteriori.

Queste misure presentate dalla Commissione UE promuoveranno gli investimenti transfrontalieri nel mercato unico europeo, ridurranno il costo del capitale per le imprese e contribuiranno al Capital Markets Union.

 

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