Campari è sotto la lente di trader e investitori nelle ultime sedute di contrattazioni a Piazza Affari. La società martedì scorso ha comunicato i risultati del primo trimestre del 2022. Vediamo tutti i dettagli e come operare secondo l’analisi tecnica.
Azioni Campari: i conti del primo trimestre 2022
Nel primo trimestre di quest’anno Campari ha registrato ricavi netti per 534,8 milioni di euro, in aumento del 34,4% rispetto ai 397,9 milioni realizzati nei primi tre mesi del 2021. La società ha precisato che la crescita organica delle vendite è stata pari al 29,4%, mentre l’effetto cambi è stato positivo per il 5,6%. La variazione di perimetro di gruppo ha fornito un contributo negativo dello 0,6%.
Il margine operativo lordo rettificato è salito da 87,6 milioni a 134,7 milioni di euro (+53,7%), di conseguenza, la marginalità è migliorata dal 22% al 25,2%. L’utile ante imposte rettificato è stato pari a 111,7 milioni di euro, in aumento del 74,1% (64,1 milioni contabilizzati nei primi tre mesi dell’anno precedente). L’utile ante imposte è stato pari a 107 milioni di euro (+65,1%).
Nel periodo, l’indebitamento netto del gruppo era salito a 834,6 milioni di euro, rispetto agli 830,9 milioni di inizio 2022. Il multiplo di debito finanziario netto su Ebitda rettificato era pari a 1,5 volte, in calo rispetto a 1,6 volte a fine 2021.
Il board di Campari ha confermato la guidance di margine Ebit stabile sulle vendite nette a livello organico quest’anno, mentre farà leva su adeguati aumenti di prezzo così come su un favorevole mix delle vendite, per mitigare l’atteso intensificarsi delle pressioni inflazionistiche sui costi dei materiali. Vediamo ora il quadro tecnico e come operare.
Azioni Campari: analisi tecnica e strategie operative
Il quadro tecnico di Campari appare debole a Piazza Affari, con i corsi che nella seduta odierna sono tornati a testare i supporti di breve termine in area 10,10 euro (dove transita inoltre la media mobile a 50 giorni). Nel medio periodo la struttura grafica è evidentemente orientata al ribasso favorendo strategie di matrice short in linea con il trend dominante.
La positività tornerebbe in caso di un superamento dei 10,50 euro per azione, movimento che potrebbe innescare un’ulteriore ondata di acquisti fino in area 11-11,12 euro, massimi registrati nella prima decade di aprile. Al contrario la rottura dei 9,80 euro darebbe ampio spazio di manovra alle forze ribassiste, fino a raggiungere i minimi di marzo in area 8,76 euro.
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