Mercoledì 5 novembre Bank of America (BofA) terrà il primo Investor Day in quasi 15 anni, ma l'appuntamento non arriva nel momento migliore per l'istituto finanziario guidato da Brian Moynihan. Tra le sei big bank statunitensi (JP Morgan Chase, BofA, Citigroup, Wells Fargo, Goldman Sachs e Morgan Stanley), BofA è quella che a Wall Street ha ottenuto il peggior rendimento quest'anno.
In verità, lo stesso è accaduto negli ultimi cinque anni. Moynihan quindi dovrà convincere gli investitori e gli analisti che le azioni della banca che gestisce sono sottovalutate. Per riuscire nell'intento dovrà far leva sul fatto che la sua strategia di crescita responsabile alla lunga sortisca gli effetti sperati.
Gli azionisti finora non hanno molto apprezzato che la banca abbia deciso nel 2021 di investire in asset a basso rendimento come i titoli del Tesoro statunitense a lunga scadenza, in un periodo in cui i tassi erano quasi a zero per effetto della pandemia. I rivali invece hanno preferito aspettare che i rendimenti salissero ottenendo così performance migliori.
Tuttavia, BofA chiuderà il 2025 con un reddito netto da interessi in crescita del 6/7% su base annua, ha dichiarato il CEO il mese scorso. Si tratta di un risultato migliore di quello di JP Morgan, ad esempio, che crescerà in questo segmento del 3%. Inoltre, mentre i vecchi investimenti giungono a maturazione, la banca può sempre reinvestire il denaro in titoli che hanno un rendimento più alto.
BofA: cosa aspettarsi all'Investor Day
La pressione degli investitori è comunque molto alta e per Moynihan non sarà facile convincere il pubblico di un cambio di rotta. Uno dei punti maggiormente sotto osservazione sarà probabilmente il ROTCE (Return on Tangible Common Equity). Si tratta di un indicatore di redditività molto usato nel settore bancario e finanziario, e serve per misurare quanto rendimento una banca genera rispetto al capitale tangibile degli azionisti.
Secondo i ben informati, BofA sta pensando di istituire un obiettivo più ridotto rispetto al 15% attuale, mentre alcuni analisti prevedono un livello che si colloca tra il 16% e il 18%. Si tratterebbe di un segnale negativo, soprattutto alla luce del fatto che la rivale Wells Fargo ha alzato il target dal 15% al 17%-18% il mese scorso.
Un altro tema molto caldo è quello delle spese rispetto ai ricavi. Nei primi nove mesi dell'anno i costi sono saliti del 4,5%, a fronte di un incremento del 7% delle entrate. Tenere il divario elevato significa mantenere alta l'efficienza della gestione.
Anche il reddito che non deriva da interessi sarà sotto i riflettori. Un decennio fa tale reddito era allo stesso livello di quello di JP Morgan, ma la crescita da allora nelle due banche è stata nettamente differente. Le entrate non da interessi di BofA sono aumentate del 7,8%, mentre i ricavi corrispondenti della più grande banca americana sono balzati dell'85,6%.
E poi c'è anche la questione del portafoglio prestiti: BofA è tra le aziende in qualche modo coinvolte nel fallimento di First Brands, ma il mese scorso il Direttore finanziario Alastair Borthwick ha dichiarato che la banca è ben protetta grazie alle sue scelte di sottoscrizione. L'istituto di credito ha più che raddoppiato il suo portafoglio di prestiti commerciali dal 2009 alla fine di settembre, spostando il mix dal debito immobiliare.
Degli oltre 600 miliardi di dollari di prestiti commerciali, circa il 91% è costituito da debito investment grade o garantito. Inoltre, ha ridotto notevolmente i prestiti con carte di credito nello stesso periodo, da 161 a 100 miliardi di dollari, e solo il 12% di tale cifra è legato ai mutui con punteggi FICO (indice di merito creditizio sviluppato dall’azienda Fair Isaac Corporational) al di sotto di 660.
"In un contesto macroeconomico variabile, Bank of America ha fatto un buon lavoro nella gestione del rischio. Ma è stata in una via di mezzo rispetto al gruppo di pari", ha detto Brian Mulberry, senior client portfolio manager di Zacks Investment Management. "Se (il management di BofA, ndr) ha una buona visione di un consumatore solido e sano, cercheranno di prestare di più man mano che i tassi di interesse scendono e diventano competitivi, o rimangono avversi al rischio e concentrati su una maggiore qualità del credito".
Infine, gli investitori vorranno sapere di più su un'attività che ha preso slancio registrando 14 trimestri consecutivi di crescita anno su anno: la divisione vendite e trading. Nei primi nove mesi del 2025, l'unità ha stabilito un record di entrate.