Il neo presidente eletto degli Stati Uniti
Donald Trump non ha avuto in passato un rapporto sereno con le
Big Tech americane. È entrato espressamente in conflitto con
Mark Zuckerberg, l'Amministratore delegato di
Meta Platforms, che aveva chiuso il suo account su Facebook dopo i fatti di Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Anche con
Google, il leader repubblicano ha avuto attriti durante il suo primo mandato alla Casa Bianca. Più cordiali invece sono stati i rapporti con
Tim Cook, CEO di
Apple.
Mentre con
Elon Musk, dopo qualche screzio, ora è scoppiato l'idillio. Il Ceo di Tesla e capo di X è stato decisivo per la vittoria di Trump alle presidenziali del 5 novembre scorso, grazie al finanziamento della campagna elettorale con oltre 274 milioni di dollari. Per contraccambiare, il tycoon lo ha nominato a capo del Dipartimento per l'efficienza USA (
DOGE).
Trump non ha mai gradito l'atteggiamento dell'Europa nei confronti delle Big Tech USA, considerandolo una sorta di accanimento che offende gli Stati Uniti.
Big Tech: cosa rischiano nel 2025
Il prossimo anno le Big Tech dovranno difendersi da diverse cause pendenti che potrebbero comportare multe salate da parte delle autorità di regolamentazione UE. La Commissione europea farà valere le sue nuove potenti leggi note come Digital Services Act (DSA), che regola i contenuti dei social media, e Digital Markets Act (DMA), che si occupa degli abusi di posizione dominante. Vediamo quali sono le società USA nel mirino.
X
La piattaforma X di Elon Musk rischia una sanzione dall'UE fino al 6% delle entrate globali ai sensi del DSA. L'ambito delle accuse è sui contenuti illegali che la società non avrebbe affrontato a dovere. Gli organi di vigilanza del blocco stanno valutando se la multa verrà applicata in base alla ricchezza personale di Musk. Qui però si muovono su un campo minato, sia perché X è sfruttata da Trump per amplificare il suo sostegno politico, sia perché va a ledere gli interessi del suo alleato più prezioso. A settembre, JD Vance, compagno nella corsa elettorale di Trump, ha suggerito di interrompere i finanziamenti americani alla NATO se l'UE colpisse X.
Apple
Apple ha già avuto una batosta da 13 miliardi di euro dall'UE a settembre 2024 per tasse non pagate all'Irlanda a causa di agevolazioni fiscali che Bruxelles ha considerato ingiuste. A ciò si è aggiunta la decisione dell'Antitrust di multare l'azienda con un'ammenda di 1,8 miliardi di euro per aver soffocato la concorrenza nel suo App store. A ottobre scorso, Cook si è rivolto a Trump lamentandosi del comportamento dell'UE.
La risposta del 78enne newyorchese è stata che, qualora fosse stato eletto, non avrebbe permesso all'Europa di "approfittare" delle grandi aziende americane. Tuttavia, Cupertino rischia un'altra sanzione significativa a marzo riguardo proprio il suo App Store, per presunta violazione del DMA. L'azienda inoltre sta affrontando, sempre ai sensi del DMA, un'indagine in merito al suo sistema operativo iOS, iPadOS e Safari, nonché su come consente ai produttori rivali di hardware - tipo smart watch e cuffie - di accedere al suo sistema iPhone.
Alphabet
L'UE ha comminato già oltre 8 miliardi di dollari di multe per varie questioni al gigante di Mountain View. Alphabet potrebbe essere colpita ancora nel 2025 per l'attività di ricerca online di Google, che violerebbe i principi della concorrenza ai sensi del DMA. L'indagine dell'UE si svolge in parallelo a quella negli Stati Uniti condotta dal Dipartimento di Giustizia, che ha proposto lo smantellamento forzato del browser Chrome. In un'intervista nel mese di ottobre, Trump ha detto che potrebbe non essere necessaria la vendita.
Meta Platforms
Meta Platforms ha subito una sanzione dall'UE di 798 milioni di euro per aver attuato comportamenti lesivi per la concorrenza di altre piattaforme di annunci. L'atto è stato contestato dal gigante dei social, che ha promesso di ricorrere in tribunale. Il prossimo anno si dovrà chiarire un'indagine che riguarda la protezione dei minori che utilizzano Facebook e Instagram. Nel contempo, Meta contesta le leggi sulla protezione dati dell'UE in quanto ritiene che stiano ostacolando le ambizioni di intelligenza artificiale. Zuckerberg potrebbe giocare la carta Trump, dopo aver recuperato un rapporto che in precedenza era stato a dir poco burrascoso.
Amazon
Nel 2025 Amazon rischia di vedersela con l'Europa per un'indagine sulle tecniche utilizzate dalla società per favorire i prodotti a suo marchio nell'e-commerce che violerebbero le regole del DMA. Anche Jeff Bezos, il fondatore del colosso di Seattle, ha attenuato gli attriti avuti in anni passati con Trump, come dimostra il fatto che ha vietato al Washington Post, di cui è proprietario, di sostenere Kamala Harris nella corsa alle presidenziali. Quindi, potrebbe trovare l'appoggio eventualmente del nuovo presidente degli Stati Uniti.
Microsoft
Microsoft è anch'essa nel mirino dell'Antitrust UE riguardo il suo software di produttività, Teams. C'è un'indagine in corso, ma sulla base delle regole del DMA, non dovrebbero esserci grossi scossoni, secondo gli esperti. L'UE comunque è stata con il fiato sul collo del gigante di Redmond per gli accordi con OpenAI e gli eventuali effetti dannosi per la concorrenza. L'Amministratore delegato di Microsoft, Satya Nadella, è tra quelli che ha accolto con entusiasmo la vittoria di Trump.