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Powell affonda le Borse e pone degli interrogativi inquietanti sul futuro dell'economia americana;
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I ricchi di Wall Street scappano dall'azionario e investono altrove;
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Trump accusa i gestori dei Fondi di voler affossare i mercati azionari per ricomprare a prezzi bassi.
Le parole di Powell nell'audizione di ieri della FED in videoconferenza hanno mandato ko le Borse americane. Il Governatore ha posto il veto sui tassi negativi e tracciato uno scenario tetro per tutta l'economia a stelle e strisce. Durante la seduta i principali indici hanno abbozzato un timido rimbalzo ma hanno chiuso in rosso con lo S&P che ha perso l'1,7%, il Dow Jones il 2,2% e il Nasdaq l'1,5%. Anche nella giornata di oggi i futures sono poco intonati, condizionati anche dall'andamento negativo delle Borse europee che fanno registrare perdite sopra il punto percentuale. Il discorso di Powell pone degli interrogativi importanti sul futuro dei listini americani. Dai minimi di marzo il recupero è stato prodigioso: lo S&P è cresciuto del 26% e il NASDAQ ha piazzato un rally che l'ha portato a una crescita del 40%, sospinto soprattutto dai FANG che rappresentano il 43% del paniere.
Le azioni di Wall Street sono sopravvalutate?
Nel complesso, tra i grandi gestori dei Fondi serpeggia la convinzione che la potenza di fuoco della FED, che ha messo in circolazione oltre 3 miliardi di dollari, e le misure fiscali imponenti del Governo USA possano non essere sufficienti per frenare il torrente in piena che si sta per abbattere sull'economia e di riflesso sui mercati finanziari. Secondo il grande investitore americano Stanley Druckenmiller non ci sono dubbi: l'economia americana andrà incontro ad una profondissima depressione. Quindi una ripresa a V, come sostenuto da molti, rappresenta un'ipotesi molto poco probabile. Il miliardario 66 anni, ha spiegato come i mercati sono stati spinti solo dalla liquidità creata artificialmente e che presto sarà destinata a esaurirsi. Di conseguenza, tenere in portafoglio azioni allo stato attuale sarebbe una cosa estremamente rischiosa, in quanto per la prima volta nella storia non vede un potenziale guadagno superiore al rischio. Alle considerazioni di Druckenmiller fanno eco quelle di David Tepper, fondatore di Appaloosa Management. Interpellato dalla CNBC sulle previsioni di Druckenmiller. Il guru ha rincarato, però, solo in parte la dose. Tepper sostiene che il mercato viaggia su standard troppo elevati e molti Big Tech come Amazon e Alphabet sono stati trascinati dagli investimenti enormi della FED. Però, ha aggiunto, che il mercato azionario più sopravvalutato della storia americana non sia questo, come sostiene Druckenmiller, bensì il 1999.
Leon Cooperman, presidente e CEO di Omega Advisors, punta l'indice contro il Governo. In futuro la Casa Bianca imporrà maggiori tasse per combattere la pandemia e questo sicuramente deprimerà i mercati. In ragione di ciò, lo S&P dovrebbe scivolare del 22% nel prossimo futuro, con una quotazione che potrebbe stabilizzarsi intorno ai 2.200 dollari. Meno drastico è il gestore Bill Miller che prevede una contrazione del 4%-5% dello S&P dopo un rimbalzo di quasi il 30% dai minimi di marzo, cosa che sembra anche fisiologica. Altri grandi guru della finanza hanno preferito spostare gli investimenti dall'azionario verso altri beni, come ad esempio Tudor Jones che ha comunicato all'inizio di questo mese ai suoi clienti di vendere azioni e comprare oro e bitcoin. Lo stesso Warren Buffett ha liquidato quasi tutte le azioni delle compagnie aeree per riequilibrare il portafoglio con maggiore liquidità. Il grande accumulatore azionario Carl Ichan nel mese di aprile si è preso una pausa e sta per preparare l'attacco negli immobili commerciali.
Il j'accuse di Trump
Il modus operandi dei miliardari di Wall Street ha sicuramente attirato l'attenzione del Presidente alla Casa Bianca, che in un tweet di ieri ha attaccato i grandi gestori di Fondi che starebbero scommettendo contro l'economia americana, cercando di affossare le azioni per poi ricomprarle a prezzi vantaggiosi. Donald Trump teme che tutto questo possa influenzare la sua rielezione alle presidenziali di novembre, però secondo gli analisti sembra improbabile che le dichiarazioni del tycoon possano condizionare l'andamento di Wall Street. Il rapporto price/earnings di Shiller oggi ha raggiunto 26,4, rispetto a una media storica di 17. Questo è un segnale che il mercato azionario potrebbe essere gonfiato, soprattutto se si considera che il suo massimo storico è stato raggiunto il 1° dicembre 1999, l'anno in cui, secondo Tepper, il le azioni americane sarebbe state le più sopravvalutate.