- Le perdite del settore dell'aviazione sono allarmanti, scattano i licenziamenti;
- Warren Buffett abbandona le compagnie aeree e recupera liquidità
- Le linee aeree partecipate dall'investitore americano potrebbero subire grossi scossoni a Wall Street.
Il Coronavirus ha sconvolto il mondo delle compagnie aeree. Gli aerei sono a terra, i viaggi sono bloccati dalla pandemia e quasi non si contano le perdite e i licenziamenti. Secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile, prima della fine dell’anno il calo dei passeggeri potrebbe arrivare a 1,5 miliardi di dollari, con danni per le linee aeree dai 160 ai 253 miliardi solo nei primi 9 mesi del 2020. Su questi numeri è allarmante l’appello lanciato anche dalla IATA, che denuncia il rischio che 25 milioni di lavoratori sparsi in tutto il mondo potrebbero rimanere a casa se non vi sarà un intervento a livello governativo su due fronti: da un lato per sostenere le compagnie aeree che stanno collassando attraverso un piano di salvataggio, dall'altro lato mettere in circolo le risorse per rilanciare il turismo. In questo contesto è arrivata la decisione di uno dei più grandi investitori mondiali, Warren Buffett: la Berkshire Hataway è uscita da tutte le compagnie aeree in portafoglio.
E lo fa in un momento particolarmente significativo e pesante per la holding del finanziere americano. La pandemia di Covid-19 e il sell-off abbattutosi sui mercati finaziari internazionali nelle scorse settimane ha causato una perdita netta di circa 50 miliardi di dollari a Berkshire Hathaway.
Le ragioni dell’exit strategy di Buffett
Le compagnie aeree non rendono più e hanno davanti un futuro incerto. E’ questo che è emerso dall’assemblea annuale della società capitanata dal miliardario americano. Il settore del turismo è stato gravemente colpito dalla crisi e non si sa se tra tre o quattro anni potremo avere gli stessi numeri che abbiamo visto l’anno scorso. Secondo Buffett le abitudini delle persone cambieranno profondamente per via delle restrizioni messe in atto. Tutto questo sebbene i prezzi delle azioni delle compagnie aeree tramortite dal Coronavirus potevano essere particolarmente allettanti per la Berkshire per salire di quota nel capitale azionario delle società di viaggio. E’ stato sempre un pallino del suo proprietario quello di essere proprietario di una linea aerea, basti pensare che era arrivato a possedere fino al 10% delle azioni di Delta Airlines e di Soutwest. Come lo stesso Buffett ha chiarito in assemblea il business dei vettori aerei non è più conveniente.
A questo punto la vendita è stata inevitabile. Le quote detenute in American Airlines, United Airlines, Delta Airlines e Southwest sono state messe sul mercato con un ritorno di liquidità di 6,5 miliardi di dollari che in questo momento di crisi risultano essere di vitale importanza per riequilibrare il portafoglio e pianificare le strategie di investimento.
In un certo senso questa decisione per gli operatori di mercato giunge a sorpresa visto che il magnate di Wall Street aveva dichiarato a inizio marzo che non avrebbe venduto le partecipazioni azionarie finora detenute in quelle società. Addirittura aveva acquistato quasi un milioni di azioni di Delta, volendo sfruttare la discesa dei prezzi di Borsa dei titoli. Poi ad aprile c’è stato il cambio di rotta. In verità, il rapporto con l’industria dei voli è stato sempre travagliato. Buffett voleva uscire dal settore dopo l’infelice scommessa su USair, però poi nel 2016 è ritornato in pista cullando il sogno, come detto, di avere in mano e gestire un’intera compagnia aerea.
Come reagiranno in Borsa le compagnie aeree vendute da Buffett?
Le azioni delle quattro compagnie aeree facenti parte del portafoglio di Warren Buffett hanno subito pesanti perdite nell’ultima seduta di Wall Street. Anche oggi nel pre-market fanno presagire perdite intorno al 10%, il che dà l’idea dell’effetto Berkshire sull’andamento delle quotazioni nei prossimi giorni. L’ultimo anno è stata una mattanza, i cali hanno letteralmente affossato i titoli azionari con diminuzioni di valore che vanno dal 50% di Delta Airlines e Southwest al 70% di American e United Airlines. E le trimestrali da poco pubblicate non fanno guardare al futuro con ottimismo.
Delta Airlines ha sostenuto la prima perdita da 8 anni a questa parte (ben 607 miliardi di dollari di loss che equivale a -100 milioni al giorno). L’obiettivo, secondo il capo esecutivo del reparto finance dell’azienda, Paul Jacobson, è quello di dimezzare la perdita, ma nel secondo trimestre l’amministratore delegato, Ed Bastian, stima un calo dei ricavi del 90%.
Discorso simile per Southwest Airlines, che ha visto interrompere la serie di profitti trimestrali che durava dal 2011. Le previsioni per il mese di maggio sono drammatiche: -95% dei ricavi rispetto all’anno scorso. Calo che la direzione aziendale proverà a compensare con una riduzione del 70% della spesa attraverso il taglio del personale e la riduzione dell’uso di denaro contante.
United Airlines ha perso circa 2,10 miliardi di dollari nel primo trimestre ed ha chiesto 4,5 miliardi di finanziamento urgente al CARES (Coronavirus Air Relief & Economy Security) del Governo USA per limitare l’impatto della crisi del settore aereo.
American Airlines è passata da un profitto di 185 milioni di dollari nel primo trimestre del 2019 a una perdita di 2,2 milioni di dollari nel primo trimestre del 2020. Per i tre mesi a venire è previsto un calo della flotta aerea del 70% e una riduzione di 50 milioni di dollari in cash, secondo le parole dell’amministratore delegato Parker.
Insomma numeri che fanno pensare come i prossimi mesi saranno all’insegna delle difficoltà al punto che sarebbe un discorso pleonastico aggiungere che solo l’uscita dalla pandemia e la ripresa della domanda possano risollevare le aziende dei trasporti e quindi le quotazioni azionarie finora gravemente depresse. I 25 miliardi di dollari finora messi a disposizione dal Governo degli Stati Uniti solo per le compagnie aeree e gli aiuti della FED hanno cercato di tamponare le perdite di un settore che fa acqua da tutte le parti.