Dopo gli acquisti che avevano contrassegnato la scorsa settimana, la prima giornata della nuova ottava si è chiusa all'insegna delle vendite sui mercati azionari del Vecchio Continente. In questo contesto il FTSE Mib ha terminato le contrattazioni in ribasso dello 0,3% a 29.350 punti, allontanandosi leggermente dalle resistenze poste nei pressi dei 29.500-29.550 punti. Ricordiamo che sarà solo lasciandosi alle spalle queste aree che si avrebbe una prosecuzuone del rick-on in direzione dei massimi degli ultimi 15 anni situati sui 29.700-29.750 punti e a seguire la soglia diei 30.000 punti. Al contraio una violazione dei 29.000 punti aprirebbe la strada per una discesa dei prezzi prima verso i 28.928 punti, dove verrebbe chiuso il gap-up lasciato aperto lo scorso 14 novembre, e a seguire i 28.600-28.500 punti.
Tra le notizie interessanti che hanno caratterizzato la giornata odierna Unicredit, dopo una comunicazione proveniente dal Financial Stability Board. Andiamo a vedere di cosa si tratta.
Unicredit non è più una banca sistemica
Nella giornata odierna il Financial Stability Board ha rimosso l'istituto, guidato da Andrea Orcel, dall'elenco delle banche di importanza sistemica globale. Ricordiamo che l'FSB, l'organismo di governance finanziaria del G20, ha iniziato a stilare classifiche annuali in seguito alla crisi finanziaria globale, chiedendo ai maggiori istituti di credito del mondo non solo di detenere un cuscinetto aggiuntivo di capitale, calibrato su cinque cosiddetti 'bucket', ma anche di sottoporsi a un controllo più severo delle loro attività. Da sottolineare che l'inclusione all'interno della lista comporta per le banche una riserva di capitale aggiuntiva rispetto alle norme generali che varia dall'1 al 3,5% e nello specifico Unicredit era nella fascia bassa della classifica con una richiesta dell'1%.
Ricordiamo che le cosiddette Banche sistemiche, che rappresentano le colonne portanti del sistema bancario nazionale ed internazionale, sono quelle che godono di buona salute finanziaria e fungono come un vero e proprio indicatore. Al momento nessuna comunicazione è arrivata dall'istituto di Piazza Gae Aulenti, che proprio sul finire della scorsa settimana aveva comunicato che, a seguito della revisione metodologica della Banca d’Italia sui buffer di capitale delle O-SII, UniCredit rimane ben al di sopra di tutti i requisiti patrimoniali.
Nello specifico nella nuova lista stilata oggi dal FSB, che ha utlizzato i dati del 2022 applicando una metodologia di valutazione concepita dalla Commissione di Basilea sulla Supervisione bancaria, figurano i principali colossi di Wall Street come JPMorgan Chase, Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs, Wells Fargo, Bank of New York Mellon, Morgan Stanley, ma anche la tedesca Deutsche Bank e le francesi Bnp Paribas e Societè Generale. A prendere il posto di Unicredit è stata la cinese China's Bank of Communications.
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Azioni Unicredit: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere come è comportata l'azione dopo l'uscita di questa notizia. È stato un inizio di settimana all'insegna della debolezza per il titolo Unicredit che, chiudendo in area 24,80 euro, si mantiene sempre a stesso contatto con i suoi massimi di periodo situati nei pressi dei 25,30-25,40 euro, i quali rappresentano i massimi degli ultimi 7 anni.
Nel breve periodo solo con l'eventuale superamento di queste aree resistenziali, si andrebbe non solo a rafforzare la struttura grafica di fondo ma al tempo stesso si aprirebbero le porte per ulteriori allunghi verso i 26,50 euro e a seguire in direzione della soglia dei 27 euro. In questo contesto rialzista eventuali prese di beneficio che riportassero i corsi fin verso i 23,80-23,60 euro, verrebbero lette come occasioni di acquisto.
Al contrario con una discesa sotto tali sostegni, dove troviamo l'indicatore daily del Supertrend, si assisterebbe ad una prosecuzione delle vendite che avrebbero come prossimo obiettivo i 23 euro, dove transita la trendline rialzista che parte dai minimi dello scorso mese di settembre. L'eventuale violazione di quest'ultimi supporti dovrebbe aprire la strada a una correzione più profonda, che avrebbe come nuovo obiettivo prima i 22 euro e successivamente i 21,40-21,35 euro. Fondamentale diventerà la tenuta di tali livelli, per evitare di andare a mettere sotto pressione la trendline rilazista che parte dai minimi di luglio 2022 e che transita sui 20,30 euro, con target intermedi situati nei pressi dei 20,7 euro dove troviamo la media mobile di lungo periodo.
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