Le fabbriche di Berlino e Austin sono gigantesche fornaci di denaro in questo momento. Sono queste le parole pronunciate dall'Amministratore Delegato di Tesla,
Elon Musk, in un'intervista alla stampa appena pubblicata. Questo nonostante
i nuovi stabilimenti stiano perdendo miliardi perché le interruzioni alla catena di approvvigionamento hanno messo i bastoni tra le ruote alla capacità produttiva dell'azienda, sottolinea Musk. Da questa situazione, che dura da 2 anni e che il CEO aziendale ha definito da incubo,
Tesla non ne è ancora uscita.
In particolare, l'impianto del Texas ha un grosso problema con la batteria 4680, che rappresenta l'ultima tecnologia aziendale. E nel contempo, gli strumenti per le tradizionali batterie 2170 sono bloccate in un porto in Cina. Proprio in Cina, nelle ultime settimane sono riesplosi i casi di Covid, particolarmente con riferimento ad alcune città come Shanghai, dove Tesla ha il suo stabilimento in loco. A luglio, l'azienda prevede di sospendere la produzione per due settimane per effettuare aggiornamenti.
Azioni Tesla: per Morgan Stanley obiettivo a 1.200 dollari
Tesla continua a mantenere il suo target di 1,5 milioni di consegne di auto per il 2022, anche se lo stesso Musk ha avvertito che ci potranno essere problemi. Già dai dati della prossima settimana sulle vendite del secondo trimestre si potrà capire qualcosa in più su come sta andando il mercato, con tutte le difficoltà riscontrate.
Adam Jonas, analista di Morgan Stanley, prevede consegne di 270 mila unità, in netto calo rispetto a una precedente stima di 316 mila. Questo, secondo l'esperto, intaccherà i margini di profitto lordo, che aumenteranno del 24,6% e non più del 25,8% come aveva stimato. Jonas ha abbassato l'obiettivo di prezzo delle azioni Tesla da 1,300 a 1.200 dollari, ma ciò non ha a che fare con le consegne, bensì con un altro parametro che reputa più importante, ovvero il costo medio ponderato del capitale. Questo rappresenta quanto l'azienda paga per finanziare la propria attività in termini di costo del debito e del capitale proprio.
Mentre il costo del debito è molto intuitivo da comprendere, perché concerne l'interesse che viene riconosciuto a chi presta denaro, il costo del capitale lo è un po' di meno. Quest'ultimo ha a che fare con il rendimento che gli azionisti si aspettano rispetto a un titolo privo di rischio come il Treasury Bond. E visto che il rendimento dei titoli di Stato è aumentato, le azioni devono restituire di più. Quindi occorre pagare prezzi più bassi per ottenere lo stesso ritorno. L'analista della banca d'affari americana rileva che il costo medio ponderato del capitale sia passato dall'8,5% al 9%; ciò implica un peso maggiore per l'azienda che si riflette sulle azioni.