Le azioni tedesche stanno per concludere il primo mese del 2025 con il DAX che viaggia nei pressi dei massimi storici. Quest'anno il principale indice della Borsa di Francoforte ha guadagnato circa il 9%, bissando l'ottima performance (+18,85%) conseguita nel 2024.
Il rally straordinario del benchmark tedesco assume ancora più rilevanza se si tiene presente che la Germania attualmente è considerata la grande malata d'Europa dal punto di vista economico ed è attraversata da una crisi politica. Negli ultimi anni la locomotiva d'Europa ha continuamente flirtato con la recessione a causa del crollo dell'automotive, suo settore di punta.
A ciò si è aggiunto lo sfaldamento del governo Scholz, dopo che il partito dei liberali lo scorso anno si è sfilato dalla maggioranza. La debacle dell'esecutivo ha costretto il cancelliere tedesco a indire nuove elezioni, in programma per il 23 febbraio 2025.
Il trend rialzista delle azioni tedesche quindi sembrerebbe un'anomalia. Cos'è che non torna? In realtà, le aziende quotate sul
DAX generano quasi
tre quarti delle loro entrate fuori dalla Germania. Secondo un'analisi di
Goldman Sachs, appena il 18% delle vendite sono effettuate nel mercato domestico.
A titolo di esempio, i big automobilistici come Volkswagen e BMW traggono la loro forza dalla domanda cinese e americana mentre il colosso del software SAP - oggi la principale azienda tecnologica europea - diversifica il suo business in tutto il pianeta attraverso la digitalizzazione globale e le tecnologie cloud. Ne consegue che, le difficoltà dell'economia tedesca impattano relativamente sul corso delle azioni in Borsa.
Azioni tedesche: ecco come possono impattare le elezioni politiche
Le elezioni che si terranno tra due settimane, però, potrebbero generare una certa turbolenza sui titoli tedeschi, soprattutto se l'esito non sarà in grado di garantire un minimo di stabilità di governo. Gli strategist di Morgan Stanley hanno individuato due aree di politica in grado di impattare sul mercato azionario dopo il voto.
La prima attiene all'imposta sulle società. Secondo la banca americana, la tassazione dovrebbe essere ridotta dall'attuale 30,83% al 25% nell'arco di quattro anni. Con un taglio del 2% entro il 2026, "l'impatto sugli utili aggregati per quell'anno sarebbe inferiore all'1% per l'indice DAX", spiegano gli esperti in una nota.
La seconda area che potrebbe influenzare le azioni fa riferimento alla difesa. Morgan Stanley osserva che la spesa per le armi sta salendo in maniera strutturale e ora si discute in merito alla rapidità con cui avviene questo aumento, nonché sulle fonti di finanziamento e sull'eventuale costituzione di un fondo speciale temporaneo nei prossimi anni.
Tutto ciò andrebbe ad avvantaggiare le azioni del settore della difesa, secondo Morgan Stanley, che ha confermato il suo rating "overweight". Gli strategist indicano come aree chiave i sensori per il campo di battaglia, le tecnologie militari multi-dominio, i droni, i jet da combattimento e l'intelligence.
Per quanto riguarda le azioni delle aziende tedesche maggiormente focalizzate sul mercato nazionale - per dare l'idea, quelle che rappresentano il 18% del DAX sotto il profilo delle vendite - gli esperti ritengono che l'impatto di queste politiche sarebbe più quello di "attutire il colpo delle sfide della crescita nazionale che di fornire un cambiamento strutturale a breve termine".