Azioni Poste Italiane: cosa fare dopo le dichiarazioni della Meloni? | Investire.biz

Azioni Poste Italiane: cosa fare dopo le dichiarazioni della Meloni?

05 gen 2024 - 09:00

05 gen 2024 - 09:03

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Gli acquisti di ieri riportano il titolo Poste Italiane a guardare i massimi di periodo. Quali in caso di superamento di tali livelli i prossimi obiettivi rialzisti?

La rinnovata debolezza di Wall Street nella serata di ieri impatta sui futures del Vecchio Continente che, impostati in terreno negativo, anticipano un inizio di seduta all'insegna delle vendite sui principali mercati azionari europei, in una giornata ricca di dati macroeconomici.

Con il focus che rimane rivolto sia verso le tensioni geopolitiche che verso le prossime mosse delle banche centrali in tema di tassi di interesse, il FTSE Mib dovrebbe aprire le contrattazioni nei pressi dei 30.250 punti, rimanendo sempre all'interno di quel trading range in atto da alcune settimane e situato tra i supporti in area 30.000 punti e le resistenze situate sui 30.550-30.600 punti.

Tra le storie interessanti da seguire nella seduta odierna troviamo Poste Italiane, dopo alcune dichiarazioni arrivate nella giornata di ieri dalla Premier Giorgia Meloni. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

 

Poste Italiane: Governo pronto alla vendita?

Nella conferenza stampa di ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affrontato la questione legata alla privatizzazioni, dichiarando che per il Governo italiano privatizzare e' ridurre la presenza dello Stato dove non e' necessaria e al contrario riaffermarla dove e' necessaria. Questo dovrebbe riguardare il tema della riduzione delle quote di partecipazione statale che non va a ridurre il controllo pubblico e potrebbe essere il caso di Poste Italiane.

Ricordiamo che già nelle settimane passate alcuni rumors al riguardo erano usciti sul mercato, con il Governo pronto a ripetere con Poste Italiane quello che è stato fatto con Banca Mps. Secondo alcuni analisti il Mef potrebbe decidere di vendere una quota rilevante, mantenendo allo stesso tempo una quota di circa il 10% che, sommata al 35% attualmente in mano a CDP, andrebbe ad assicurare sempre un controllo da parte del Governo sulla governance societaria.

In questo caso tra le opzioni ci sarebbe la possibilità di far coincidere la cessione con la presentazione del nuovo piano industriale della società, atteso per il 20 marzo 2024. Inoltre la vendita sul mercato della quota del 29,26% del Mef, potrebbe portare un incasso vicino ai 3,8 miliardi di euro, che rapresenterebbe un quinto dell’obiettivo di privatizzazioni indicato nella Nadef dal governo Meloni per il prossimo triennio.

 

Azioni Poste Italiane: analisi tecnica e strategie operative

Andiamo ora a vedere quali sono le attese nel breve periodo sull'azione. Con volumi in aumento rispetto alla giornata precedente, quella di ieri è stata una seduta all'insegna degli acquisti per il titolo Poste Italiane che, chiudendo le contrattazioni in area 10,275 euro, rimane vicino ai top di periodo situati nei pressi dei 10,40 euro.

Dal punto di vista operativo il superamento di queste aree resistenziali, andrebbe non solo a rafforza la struttura grafica del titolo ma aprirebbe le porte per un test sui massimi annuali situati in area 10,60 euro. Nel caso in cui le quotazioni dovessero lasciarsi alle spalle quest'ultimi livelli, assisteremmo ad un miglioramento del quadro grafico con possibili estensione dei guadagni fin prima la soglia degli 11 euro e successivamente verso.

Al contrario la perdita dei primi supporti situati sui 10-10,20 euro, nelle cui vicinanze troviamo l'indicatore giornaliero del Supertrend, aprirebbe le porte ad una nuova fase correttiva che avrebbe come primo obiettivo i 9,80 euro, dove transita la media mobile di lungo periodo, ed in seguito i 9,7-9,60 euro.

L'eventuale perdita di questo sostegni farebbe proseguire le vendite con prossimi obiettivi i 9,25 euro e a seguire i minimi degli ultimi mesi posti sulla soglia dei 9 euro. Fondamentale nel caso diventerà la tenuta di tali supporti, per evitare un ritorno sui minimi annuali posti a 8,65 euro.    

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