Nel giorno il cui il deflatore PCE statunitense si attesta nel mese passato al 2,6%, rispetto ad attese poste al 2,8%, aumentando le possibilità di una Federal Reserve pronta nel primo trimestre a tagliare i tassi di interesse, i principali mercati azionari del Vecchio Continente chiudono l'ultima seduta della settimana in leggero territorio positivo. In questo contesto il FTSE Mib termina le contrattazioni nei pressi dei 30.350 punti, rimanendo sempre all'interno di quella lateralità posta tra le resistenze a 30.500-30.600 punti ed i supporti posti sui 30.000 punti. Nel breve periodo fondamentale sarà la tenuta di quest'ultimi livelli, per evitare un ritorno della vendite verso i 29.750-29.700 punti.
Tra le storie da seguire in queste ore ci spostiamo a Wall Street con il titolo Nike, dopo i dati comunicati dalla società nella serata di ieri e riguardanti il 2° trimestre fiscale. Andiamo a leggerli nello specifico.
Nike: rivede al ribasso le stime di vendite annuali
Nella serata di ieri il colosso dell'abbigliamento sportivo a stelle e strisce ha comunicato i dati del secondo trimestre fiscale conclusosi lo scorso 30 novembre. Nello specifico l'utile per azione passa dagli 0,85 dollari agli attuali 1,03 dollari, con un fatturato che si è attestato a 13,39 miliardi di euro risultando sotto le attese degli analisti che erano poste a 13,43 miliardi di euro. In questo contesto a deludere gli investitori è stata la revisione al ribasso delle stime di vendite annuali, con un aumento dei ricavi in salita dell'1% rispetto ad un consensus che vedeva una crescita del 3,8%.
Nello specifico il calo della spesa da parte dei consumatori, dovrebbe portare la società a gestire i costi attraverso la riduzione delle forniture di alcune linee di prodotti principali. Nel dettaglio Nike ha comunicato di voler risparmiare fino a 2 miliardi di dollari nel corso dei prossimi 3 anni grazie a una maggiore automazione, a una revisione delle gamme di prodotti e a una riduzione della forza lavoro, la cui entità non è stata precisata.
Per quanto riguarda le varie aree geografiche le vendite in Nord America sono diminuite del 4%, mentre Europa, Medio Oriente e Africa queste hanno visto un aumento del 2%. Nel periodo in corso il margine lordo è migliorato di 170 punti base rispetto all'anno precedente, raggiungendo il 44,6% nel secondo trimestre, grazie alle azioni di prezzo e alle tariffe di trasporto marittimo più basse, parzialmente compensate dalle fluttuazioni valutarie e dai costi di produzione più elevati. Infine nel corso della presentazione dei dati l'azienda ha comunicato che sta anche lanciando nuovi prodotti per attirare i consumatori, basandosi sul successo delle recenti versioni come le scarpe da basket Sabrina 1, LeBron 21 e Tatum 1. Nike prevede che le prossime uscite delle linee GT Cut, Book 1 e Kobe, pianificate nei prossimi tre mesi, dovrebbero incrementare le vendite.
Azioni Nike: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere come ha aperto l'azione nell'ultima seduta della settimana. E' una giornata in deciso territorio negativo questa odierna per il titolo Nike, con le quotazioni che si allontanano dai top degli ultimi mesi passando di mano nei pressi dei 110 dollari. Nel breve termine la perdita di questi supporti, dove transita la media mobile di lungo periodo, dovrebbe far proseguire le vendite prima in direzione dei 105 dollari e successivamente verso la soglia psicologica dei 100 dollari. Dal punto di vista operativo l'eventuale violazione di quest'ultimi livelli andrebbe ad indebolire ulteriormente il quadro grafico, con possibili discese fin verso i 95 dollari, sotto i quali si aprirebbero le porte per andare a chiudere il gap-up lasciato aperto lo scorso 29 settembre nei pressi dei 90 dollari, che rappresentano i minimi annuali.
Al contrario solo con un ritorno dell'azione oltre i 115-116 dollari, dove troviamo l'indicatore giornaliero del Supertrend, che si avrebbe un ritorno degli acquisti con un primo obiettivo i 120 dollari e successivamente i top degli ultimi mesi situati sui 123,5 dollari. Nel caso in cui i prezzi dovessero lasciarsi alle spalle queste aree resistenziali si avrebbe una ripresa del trend ascendente, partito nell'ultima parte dello scorso mese di settembre, che potrebbe spingersi fin verso i massimi annuali situati sui 131 dollari, con target intermedi sui 127 dollari.
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