In questo momento, Meta Platforms è la Big Tech più in forma tra le Magnifiche Sette. Le azioni del colosso dei social hanno inanellato la sfilza di sedute in verde più lunga rispetto a qualsiasi componente del Nasdaq 100 dal 1990. Questo sta spingendo a piccoli passi la società a tagliare il traguardo di 2.000 miliardi di dollari di capitalizzazione per la prima volta nella sua storia.
Il titolo sembra essere guidato dal
forte catalizzatore dell'intelligenza artificiale. La società ha previsto per quest'anno una spesa di 65 miliardi di dollari nella nuova tecnologia. Negli ultimi tempi questo tipo di spese non rappresentano un segnale molto gradito dal mercato, che reputa eccessivi gli investimenti delle megacap tecnologiche. Questo cambio di paradigma è conseguenza dell'irruzione della startup cinese
DeepSeek, che ha presentato un modello AI (Artificial Intelligence) low cost e ugualmente performante e messo in preallarme il settore.
Per Meta, però, la percezione è diversa. Gli investitori non reputano che l'azienda stia sperperando denaro, ma anzi ritengono che stia ancora di più irrobustendo una posizione di forza. Tra l'altro, la sua piattaforma AI Llama è un modello open source esattamente come quello di DeepSeek. Insomma, si tratta di una cosa differente rispetto a quando Meta puntò qualche anno fa sul metaverso, sborsando miliardi di dollari ogni anno. Allora l'idea fu poco apprezzata dal mercato; oggi il sentiment in merito all'intelligenza artificiale è molto più positivo.
Meta Platforms: le azioni sono da comprare?
Dopo la straordinaria cavalcata delle
azioni Meta Platforms a Wall Street, è lecito chiedersi se sia o meno il caso di entrare a mercato in questo momento. Ci sono alcune considerazioni da fare innanzitutto, in relazione ai
fondamentali e agli aspetti tecnici.
Riguardo i primi, la crescita dei ricavi quest'anno è attesa in quota 15%, prima di rallentare leggermente negli anni successivi. L'utile netto è invece stimato in salita del 6,2% nel 2025 e del 15% nel 2026. Nonostante il rally, il titolo non è nemmeno costoso, almeno se guardiamo alle altre Big Tech.
Le azioni Meta infatti scambiano a quasi 27 volte gli utili previsti, più o meno in linea con i multipli del Nasdaq 100. Tra le Magnifiche Sette, solo Alphabet ha un rapporto price/earnings più basso. Meta "è in paradiso perché è uno dei pochi titoli a grande capitalizzazione che ha avuto un trimestre perfetto", ha detto Rhys Williams di Wayve Capital Management. "Ai modelli piacciono molto i titoli a prezzi ragionevoli in cui i fondamentali sono solidi".
C'è però un fattore tecnico che può rappresentare una spia rossa. L'indice di forza relativa a 14 giorni di circa 77 è oltre il livello di 70, il che suggerisce una possibile fase di ipercomprato. Questo significa che magari nel breve termine si potrebbe verificare qualche presa di profitto.
Ad ogni modo, l'intelligenza artificiale sembra continuare a far da guida al prezzo delle azioni: "da tempo considero Meta il più grande beneficiario dell'intelligenza artificiale al di fuori di Nvidia, e penso che sempre più persone si stiano avvicinando a questa idea", ha detto Conrad van Tienhoven, gestore di portafoglio di Riverpark Capital.
A suo avviso, mentre colossi come Microsoft e Alphabet si stanno ancora interrogando sui ritorni degli esosi investimenti effettuati sull'AI, "Meta ha speso i soldi in soluzioni che hanno avuto un impatto immediato sul modo in cui si rivolge e misura gli annunci. Il risultato è stato una crescita più rapida e un ricavo medio per utente più elevato".
Della stessa opinione è Jim Polk, responsabile degli investimenti azionari di Homestead Advisers. "Meta è davvero più avanti dei suoi concorrenti nel dimostrare che il capex che sta riversando nell'intelligenza artificiale sta funzionando, motivo per cui gli investitori continuano a gravitare verso di essa", ha detto. "Ha dimostrato che l'intelligenza artificiale sta avendo un impatto sul coinvolgimento degli utenti e sui margini mentre Alphabet deve ancora dimostrare che il suo capex sta funzionando e che la sua quota di mercato nella ricerca non verrà erosa".
Un ulteriore catalizzatore per il titolo Meta potrebbe arrivare da un eventuale ban di TikTok negli Stati Uniti, in quanto la piattaforma cinese rappresenta un concorrente pericoloso per i social Facebook e Instagram, di proprietà del gigante di Menlo Park. "In questo momento sospetto che il mercato stia valutando il fatto che TikTok non verrà bannato negli Stati Uniti, ma se il divieto dovesse passare, sarebbe un enorme vantaggio per Meta", ha detto Polk.