Le azioni Ford Motor e General Motors potrebbero subire alcuni venti contrari nei prossimi anni. L'avanzare delle case automobilistiche cinesi sul fronte delle auto elettriche risulta una minaccia competitiva di cui tenere conto, soprattutto perché i due colossi americani fanno parte della schiera dei pochi produttori di auto tradizionali rimasti in Nord America.
Il progresso tecnologico richiede sforzi non indifferenti per adeguarsi ai tempi. Mentre gli scioperi continuano a essere una spina nel fianco nelle aziende, alle prese con la questione salariale che è sempre una questione viva nel rapporto con i lavoratori.
Questa serie di fattori concomitanti rischia di mettere pressione alle azioni in Borsa, determinando la fuga degli investitori. Quest'anno i titoli delle due aziende hanno sottoperformato il mercato. In particolare General Motors si è mosso controcorrente, con un calo a Wall Street intorno all'1%, mentre l'indice S&P 500 è salito di circa 16 punti percentuali. Meglio è andato il titolo Ford, che ha guadagnato circa il 13%.
La soluzione è nei dividendi?
Una soluzione per attrarre o mantenere gli investitori in Ford e General Motors potrebbe essere quella di aumentare i dividendi. I due colossi dell'automotive sono in grado di farlo, visto che producono free cash flow a sufficienza.
Ford ha generato circa 38 miliardi di dollari di flusso di cassa libero rettificato tra il 2019 e il 2022, pagando il 14% in dividendi. Ciò è risultato la metà del 28% sborsato tra il 2015 e il 2018 quando aveva generato circa 40 miliardi di dollari di free cash flow. C'è da dire però che nell'ultimo quadriennio è arrivata la pandemia e molte grandi aziende hanno dovuto ridurre i ritorni per gli azionisti. L'azienda tuttavia ha ripreso il dividendo trimestrale al livello pre-pandemico nel 2021.
General Motors è stata più conservativa. Nel periodo 2019-2022 ha pagato una cedola dell'11% su un free cash flow di 34 miliardi di dollari, in calo rispetto al 32% del 2015-2018 in cui aveva prodotto un flusso di cassa libero di 29 miliardi di dollari. Il rapporto tra cedola pagata e free cash flow è comunque basso rispetto alla media del 50% delle società dell'S&P 500 che remunerano gli azionisti.
Due questioni delicate da affrontare
Stando ai numeri, quindi, Ford e General Motors hanno le carte in regola per alzare il dividendo e migliorare l'andamento delle azioni in Borsa. Tuttavia, ci sono due aspetti che vanno considerati.
In primo luogo il business delle case automobilistiche è ciclico e quindi occorre cautela. In particolar modo in un periodo come quello attuale dove è in corso una transizione epocale verso le auto elettriche che vede in campo nuovi player sempre più attrezzati.
In secondo luogo bisogna affrontare l'opposizione dei sindacati, che hanno già contestato vibratamente il fatto che sia Ford che General Motors restituiscono denaro agli azionisti quando è in ballo una delicata questione salariale. "Negli ultimi quattro anni queste aziende hanno versato miliardi in riacquisti di azioni e dividendi speciali per arricchirsi", ha affermato polemicamente questo mese Shawn Fain, presidente della United Auto Workers.