Le azioni europee sono rimaste indietro rispetto alle colleghe americane, nonostante il primo trimestre dell'anno avesse fatto pensare il contrario. Da decenni Wall Street fa sistematicamente meglio delle Borse del Vecchio Continente principalmente perché gli investitori sono attratti dal settore tecnologico, vero punto di forza del più grande mercato azionario del mondo.
Quest'anno i titoli tech hanno avuto una battuta d'arresto nei primi mesi, per poi riaffermarsi una volta che le preoccupazioni sui dazi Usa e sulla guerra commerciale sono scemate e l'intelligenza artificiale si è fatta largo in maniera dirompente nel business aziendale.
In Europa, dopo i primi tre mesi stellari sui grandi piani di spesa della Germania in difesa e infrastrutture, le azioni hanno perso slancio. Il sentiment degli investitori si è inasprito non solo per le condizioni economiche delle società, ma anche per via del difficile contesto geopolitico.
Oltre alle questioni legate a un rischio escalation nella guerra in Ucraina, a incidere negativamente sul sentiment hanno contribuito anche le preoccupazioni sulla situazione economico-politica della Francia.
E per ultimo, ma non per importanza, un peso sull'umore del mercato lo ha avuto la politica monetaria e il probabile
stop al taglio dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea. Un atteggiamento opposto a quello della Federal Reserve, con l'istituto guidato da Jerome Powell che giusto la scorsa settimana ha ripreso a tagliare i tassi di interesse dopo l'ultima riduzione del dicembre 2024.
Azioni europee: ci sarà un nuovo slancio nel 2026?
È probabile che nei mercati azionari del Vecchio Continente sia in corso un periodo di consolidamento, in attesa di una nuova ascesa il prossimo anno. A sostenerlo sono gli strategist di JP Morgan Chase, che consigliano di aggiungere nuovamente esposizione nelle azioni europee.
A loro giudizio, gli stimoli fiscali nell'economia dell'Eurozona sosterranno migliori guadagni delle aziende, il che si rifletterà positivamente sulle azioni insieme all'aumento del volume dei riacquisti.
"Il potenziale aumento degli utili e dei riacquisti potrebbe essere uno dei supporti per la posizione più positiva dell'Eurozona che entrerà nel prossimo anno, una volta che l'attuale consolidamento avrà fatto il suo corso", ha scritto in una nota il team guidato da Mislav Matejka. La più grande banca americana ha osservato che a frenare i guadagni delle azioni europee è stata la riduzione dell'1% degli utili ponderati di questo 2025.
Secondo le stime del consensus, l'utile per azione dello Stoxx 600 salirà dell'11% il prossimo anno, a fronte di un +14% degli EPS (earnings per share) dell'S&P 500. Gli strateghi sono convinti che questa fase di consolidamento in Europa "sia salutare" e che "presto potrebbe essere il momento di aggiungere nuove posizioni nell'Eurozona".