Quest'anno gli investitori hanno attuato una rotazione dalle azioni americane a quelle europee permettendo, non accadeva da decenni, alle Borse del Vecchio Continente di doppiare Wall Street.
E questo è riconducibile a una serie di ragioni:
- innanzitutto, le buone indicazioni derivate dalle trimestrali, soprattutto in settori come il lusso che negli ultimi anni sono stati sotto pressione a causa del rallentamento della domanda cinese;
- in secondo luogo, la sensazione che la minaccia dei dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump non sia poi così perniciosa;
- in terzo luogo, la convinzione della Banca Centrale Europea continuerà a tagliare i tassi di interesse per rilanciare l'economia traballante della regione;
- in quarto luogo, i multipli delle azioni europee, dopo anni di sottoperformance, sono più convenienti rispetto alle colleghe a stelle e strisce;
- con l'apertura dei colloqui tra Washington e Mosca, nelle ultime sedute si è anche aggiunta la speranza che la guerra Russia-Ucraina possa terminare.
Tuttavia, le incertezze rimangono, perché la crescita economica è labile, specialmente in un Paese come la Germania da sempre locomotiva d'Europa. Domenica prossima si terranno le elezioni tedesche e l'esito del voto potrà avere una certa rilevanza in considerazione dei piani di spesa e di stimolo fiscale per rilanciare il Paese. Questo inevitabilmente finirà per avere un impatto non solo sul Dax, ma anche sul resto dei mercati azionari europei.
Azioni europee: Barclays mantiene la prudenza
Gli strategist di Barclays non credono che il forte rally delle azioni europee andrà avanti. "I guadagni facili sono finiti e le azioni avranno bisogno di un miglioramento della crescita economica e dell'abbassamento dei tassi di interesse per ottenere valutazioni più elevate", hanno affermato in una nota un team della banca londinese guidato da Emmanuel Cau.
Gli esperti hanno sottolineato anche come le ottime performance degli indici europei siano state favorite dalle mosse delle società in relazione ai piani di buyback. Secondo quanto riportato da Bloomberg Intelligence, il valore dei piani di riacquisto di azioni proprie effettuati dai membri dell'MSCI Europe quest'anno si è attestato a 62 miliardi di euro, contro i 51 miliardi di euro dello stesso periodo del 2024.
Per questa ragione, Cau e il suo team assumono un approccio prudente verso aspettative rialziste nel prossimo futuro. "È possibile che le valutazioni rimangano superiori alla media nel lungo termine, ma con così tante variabili e rischi ancora in sospeso, aspettiamo conferme su alcuni degli aspetti positivi per rivedere il nostro obiettivo al rialzo".