In una nuova giornata ricca di dati macroeconomici, i futures del Vecchio Continente impostati in territorio positivo anticipano un inizio di seduta all'insegna degli acquisti sui mercati azionari europei. Tanto sul fronte americano che su quello europeo, il cui focus rimane sempre rivolto alle prossime mosse delle banche centrali e ai dati societari che stanno caratterizzando la stagione delle trimestrali. In questo contesto il FTSE Mib dovrebbe spingersi in apertura di contrattazioni oltre i 34.500 punti, livello sopra il quale aumenterebbero le possibilità di andare a mettere sotto pressione i massimi degli ultimi 16 anni in area 34.800-34.850 punti.
Tra le storie da seguire in queste ore a Piazza Affari troviamo ENI che ha comunicato sia un accordo nel Regno Unito che i conti del primo trimestre. Andiamo a scoprirli.
ENI: accordo nel Regno Unito con Ithaca Energy
Come era anticipato sul finire dello scorso mese di marzo, nella serata di ieri ENI ha confermato di aver raggiunto un accordo con Ithaca Energy, uno dei principali operatori indipendenti presenti nel settore oil&gas nel Mare del Nord, per unire le attività presenti nel Regno Unito, inclusi gli asset di Neptune Energy. Dall'operazione sono escluse le attività di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio di ENI, nonché gli asset del Mare d'Irlanda. In cambio il Gruppo guidato da Claudio Descalzi acquisterà una partecipazione in Ithaca pari al 38,5%, che ricordiamo è gia partner della società italiana nei campi di Elgin Franklin e Jade. L’operazione avrà efficacia a partire dal prossimo 30 giugno, con completamento previsto nel terzo trimestre dell'anno in corso.
Segnaliamo che la compagnia britannica ha visto nell'anno passato ricavi in calo dell'11% a 2,32 miliardi di dollari e l'utile ante imposte è crollato dell'87% a 302 milioni di dollari in scia a svalutazioni per 558 milioni di dollari. Al contrario il business di ENI nel Regno Unito ha visto una produzione nel corso dell'anno passato di 40-45 mila barili al giorno e per effetto della business combination dovrebbe salire a 100 mila barili al giorno, con un potenziale fino a 150 mila barli al giorno dal 2030.
Le notizie su ENI non finiscono qui in quanto prima dell'apertura il Cane a sei zampe ha comunicato i dati del primo trimestre dell'anno in corso, caratterizzati da una flessione dei prezzi del gas naturale di quasi il 50% rispetto allo stesso periodo del 2023. Nel corso del periodo gennaio-marzo l'utile netto ha visto un calo del 46%, attestandosi a 1,2 miliardi di euro, mentre l'utile operativo Adjusted ha visto una contrazione del 30% a 4,12 miliardi di euro. Nel periodo in esame è aumentata la produzione di idrocarburi che passa dagli 1,66 milioni di barili al giorno del 2023 agli attuali 1,74 milioni di barili.
Nel corso della presentazione dei dati il Gruppo ha fornito un outlook sull'anno in corso. Nel dettaglio l'Ebit proforma adjusted e di flusso di cassa adjusted prima della variazione del circolante sono riviste al rialzo a oltre 14 miliardi di euro. La produzione di idrocarburi nel 2024 è confermata tra gli 1,69 e gli 1,71 milioni di barili al giorno, mentre gli investimenti organici sono attesi a circa 9 miliardi di euro in linea con la previsione originaria. Da sottolineare infine che il management ha segnalato che il piano di acquisto di azioni proprie è previsto in rialzo a 1,6 miliardi di euro, con un incremento del 45% rispetto agli 1,1 miliardi comunicati nel Capital Market Update di marzo.
Azioni ENI: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere quali sono le attese sull'azione per le prossime giornate. Con volumi in contrazione rispetto alle sedute precedenti è stata una giornata all'insegna degli acquisti quella di ieri per il titolo ENI, che ha chiuso le contrattazioni nei pressi dei 15,50 euro. Nel breve periodo una conferma sopra questi livelli dovrebbe far proseguire gli acquisti in direzione dei massimi di periodo posti sui 15,80 euro. Dal punto di visto operativo sopra tali aree sono possibili nuovi allunghi in direzione dei 16 euro e successivamente verso i 16,50 euro. Nel caso in cui quest'ultimi livelli dovessero essere messi alle spalle, aumenterebbero le possibilità di nuovi apprezzamenti fin verso i 17,50 euro, che rappresentano i top toccati dall'azione negli ultimi 9 anni.
Al contrario una discesa dei corsi sotto i 14,90 euro, dove troviamo l'indicatore giornaliero del Supertrend , dovrebbe spingere i corsi prima verso i 14,60-14,65 euro, dove troviamo sia la media mobile a 50 giorni che quella a 200 giorni, e successivamente andare a mettere sotto pressione i minimi degli ultimi 5 mesi situati in area 14 euro. Nel caso in cui dovessimo assistere ad una violazione di quest'ultimi supporti, si avrebbe un indebolimento della struttura di fondo con possibili ulteriori correzioni prima verso i 13,68 euro, dove verrebbe chiuso il gap-up lasciato aperto lo scorso 9 agosto, e successivamente i 13,40 euro. Da sottolineare che fondamentale diventerebbe la tenuta di tali sostegni, per evitare un test da parte del titolo sui minimi degli ultimi 9 mesi situati in area 13 euro.
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