Il 2026 sarà l'anno delle azioni della difesa europee. È quanto emerge dalla nota pubblicata questa settimana dagli analisti di Morgan Stanley, che prevedono una forte crescita dei titoli del settore. Quest'anno è stato double-face in Borsa per i produttori di armi militari: una prima parte in forte rally, sostenuta dai giganteschi piani di spesa per la difesa dell’Europa e, in particolare, della Germania; e seconda parte più debole, complice il progresso dei negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina.
Ora, però, “le stelle sono allineate per una forte ripresa stagionale”, ha scritto il team della banca americana. “Lo slancio spesso aumenta verso la fine dell’anno e riprende da gennaio”. Nel loro rapporto, gli analisti guidati da Marina Zavolock spiegano che la posizione rialzista sulle azioni della difesa europee è sostenuta da una combinazione di valutazioni attraenti e una solida stagionalità degli utili.
In particolare, vedono il produttore tedesco di carri armati Rheinmetall come il principale attore del mercato, con un potenziale rialzo del titolo di oltre il 50% nei prossimi 12 mesi. Su questo punto concordano gli analisti di Jefferies, che indicano Rheinmetall come “il grande vincitore degli ordini militari tedeschi”. Secondo le loro stime, il volume delle vendite dei veicoli da combattimento Puma raggiungerà circa 2 miliardi di euro. Gli esperti puntano inoltre su Renk Group AG e Rolls-Royce Holdings Plc, che dovrebbero beneficiare delle maggiori vendite di trasmissioni e motori.
Azioni della difesa europee: il punto della situazione
Un catalizzatore immediato per le azioni della difesa europee potrebbe essere l'approvazione, prevista per la prossima settimana, di contratti militari per 52 miliardi di euro da parte del Parlamento tedesco. Ciò avviene in un contesto in cui l’Europa sta intensificando gli sforzi per rafforzare il proprio apparato militare di fronte alle minacce provenienti dal fronte russo.
Indipendentemente dall’esito delle trattative in Ucraina, i Paesi europei stanno cercando di prepararsi a un possibile ridimensionamento del ruolo degli Stati Uniti come garanti della NATO. Un eventuale attacco del presidente russo Vladimir Putin a un Paese membro dell’alleanza potrebbe infatti trovare il continente impreparato. Di conseguenza, la corsa al riarmo è ritenuta necessaria.
Una spesa molto più elevata rispetto al passato finirà inevitabilmente per avvantaggiare i produttori del settore, come Rheinmetall, Leonardo e Thales. Tuttavia, se Trump dovesse riuscire nella titanica impresa di far terminare le ostilità in Ucraina, gli acquisti militari potrebbero diminuire sensibilmente, andando a compensare i recenti venti favorevoli per il comparto.
In conclusione, lo scenario resta incerto e fortemente dipendente dall’evoluzione geopolitica. Per gli investitori, ciò implica un contesto in cui opportunità e rischi convivono in modo marcato. La selettività e l’analisi dei singoli titoli diventano quindi elementi chiave per muoversi nel settore.