Le
azioni Campari viaggiano in territorio positivo oggi alla
Borsa di Milano dopo la caduta di ieri causata dall'annuncio dei dazi cinesi alle importazioni di brandy europeo. Pechino ha mostrato i muscoli in reazione alla conferma delle tariffe imposte dall'Unione europea sulle auto di importazione cinese. Quindi ha applicato dazi nel settore auto e in quello del brandy, dove le imprese del Vecchio Continente sono molto sensibili.
Il Ministero del Commercio cinese ha definito le misure di Pechino contro i brandy "legittime di rimedio commerciale", dopo aver criticato pesantemente le tariffe europee tacciandole come "gravemente prive di fondamento fattuale e giuridico, in chiara violazione delle norme dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC)". Per questo motivo, le autorità cinesi hanno presentato ricorso al meccanismo di risoluzione delle controversie dell'OMC.
Campari: sono da comprare le azioni in Borsa?
Campari è presente nel mercato del brandy attraverso Courvoisier, colpita da aliquote tariffarie cinesi del 34,8%. Nonostante abbia barcollato in Borsa dopo la notizia sui dazi cinesi, la società milanese è riuscita a contenere le perdite rispetto ad altri attori. Il sell-off infatti ha colpito in modo particolare Remy Cointreau, Pernod Ricard e LVMH, che nella seduta di ieri hanno subito un passivo tra 3,5 e 6,4 punti percentuali.
Lo scorso mese le azioni Campari hanno ricevuto uno scossone molto forte con le dimissioni dell'Amministratore delegato Matteo Fantacchiotti e negli ultimi 30 giorni sono retrocesse di circa 700 punti base a Piazza Affari. Tuttavia la famiglia Garavoglia, che controlla il produttore di bevande, ritiene che le azioni siano sottovalutate. "L'attuale prezzo di mercato non riflette accuratamente il valore reale del gruppo", hanno affermato i proprietari del gruppo. Per tale ragione, il 19 settembre hanno annunciato un investimento fino a 100 milioni di euro nel titolo Campari per mezzo della holding lussemburghese Lagfin, la cassaforte della famiglia. La mossa è stata apprezzata dal mercato e ha convinto gli analisti ad alzare il target price sulle azioni per i prossimi 12 mesi.
Gli ultimi a pronunciarsi in ordine temporale sono stati Mediobanca Research ed Equita Sim. Secondo gli analisti di Mediobanca, che confermano il giudizio "neutral" sul titolo Campari, "gli effetti della misura su Campari sono limitati per via della moderata esposizione dell'azienda al cognac e alla Cina". Gli esperti sottolineano che riguardo Courvoisier, Pechino è un mercato "relativamente piccolo che nel 2022 rappresentava il 9% delle vendite", a fronte degli Stati Uniti che costituiscono il 60% del fatturato.
Equita Sim conferma il rating "buy" sulle azioni Campari con obiettivo di prezzo a 10 euro (ultima chiusura a 7,24 euro). Anche gli analisti della Sim milanese rimarcano il fatto che le vendite di cognac in Cina rappresentino una quota esigua dei ricavi nel breve termine. A differenza di player come Remy Cointreau e Pernod Ricard, in cui il peso cinese in termini di entrate è rispettivamente del 35% e del 10%. Inoltre, Equita sottolinea come ancora il provvedimento del Dragone abbia "carattere temporaneo e rappresenti un elemento negoziale per le tariffe decise dall'UE".