L'ultima seduta della settimana è stata all'insegna della debolezza sui principali mercati azionari europei che hanno pagato i timori di possibili nuovi rialzi dei tassi di interesse da parte della Fed, dopo le parole arrivate in tal senso da Jerome Powell.
In questo contesto il FTSE Mib ha chiuso le contrattazioni sopra i 28.500 punti, livelli da non perdere onde evitare possibili nuovi discese verso i 28.300 punti e a seguire in direzione della soglia dei 28.000 punti. Al contrario sopra i 28.500 punti si dovrebbe avere una continuazione del recupero prima verso i 28.750-28.800 punti e successivamente in direzione dei 29.000 punti.
Tra le storie interessanti che hanno caratterizzato la seduta odierna a Piazza Affari troviamo Webuild, che nella serata di ieri ha pubblicato alcuni dati riguardanti il business da inizio anno. Andiamo a leggere le novità in merito.
Webuild: nel 2023 ordini record a 22 miliardi di euro
Nella serata di ieri il Consiglio di Amministrazione di Webuild ha esaminato alcuni dati e informazioni relativi all’andamento del business da inizio 2023. Nello specifico nel corso dei primi 9 mesi il Gruppo ha visto ordini record con 22 miliardi di euro di progetti acquisiti, in cui sono inclusi 4,1 miliardi di euro di progetti per cui la società risulta migliore offerente. Questi dati permettono al Gruppo guidato da Pietro Salini di superare nettamente la guidance che vedeva nel 2023 ordini posti nel range dei 10-10,5 miliardi di euro. Da segnalare che oltre il 55% dei nuovi ordini arriva da mercati esteri tra cui Australia, USA, Medio Oriente e altri paesi dell’Europa. Per quanto riguarda il nostro Paese, gli ordini acquisiti ammontano a quasi 9,4 miliardi di euro. A tutto questo bisogna aggiungere una pipeline commerciale di breve termine di quasi 52 miliardi di euro, forte dei notevoli piani di investimento lanciati nei paesi core per il Gruppo.
Nel dettaglio l'attuale backlog ordini, che dovrebbe superare alla fine dell'anno in corso il target atteso alla fine del Piano industriale al 2025, copre il 100% dei ricavi ed Ebitda target per il 2023-2025, dando in questo modo visibilità sul business futuro del Gruppo, a conferma del ruolo da protagonista che Webuild sta svolgendo per rispondere alle nuove sfide globali di crescita demografica, urbanizzazione, cambiamento climatico e transizione energetica. Inoltre nel corso degli ultimi tre anni il Gruppo ha acquisito quasi 50 miliardi di euro di nuovi ordini, raddoppiando non solo il volume del portafoglio ordini ma migliorando la qualità attraverso il riposizionamento in geografie a basso rischio quali Australia, Nord America ed Europa Centrale e del Nord.
Azione Webuild: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere come si è comportata l'azione nella seduta odierna. In una giornata all'insegna delle vendite per il nostro mercato azionario, è stata una seduta in territorio positivo per il titolo Webuild che, con volumi leggermente superiori alla media giornaliera mensile, chiude le contrattazioni in area 1,75 euro. Nel breve periodo per dare seguito a quel recupero innescatosi il 26 ottobre dai minimi di periodo in area 1,59 euro, i prezzi dovrebbero spingersi oltre i massimi dell'ultimo mese posti nei pressi degli 1,80 euro, dove troviamo la media mobile di lungo periodo. Sopra queste aree resistenziali aumenterebbero le possibilità di una prosecuzione del recupero in direzione dei top di agosto in area 1,90 euro. Nel caso in cui anche quest'ultimi livelli dovessero essere messi alle spalle, si avrebbe un miglioramento del quadro grafico con possibili allunghi verso la soglia dei 2 euro.
Al contrario la perdita dei minimi settimanali situati in area 1,695 euro, riporterebbe le vendite sul titolo con primi obiettivi gli 1,66 euro e a seguire i minimi di periodo posti sugli 1,59 euro. Dal punto di vista operativo la violazione di tali supporti andrebbe a riattivare il trend ribassista, che sta interessando l'azione fin dallo scorso mese di aprile, fin verso la soglia degli 1,5 euro. Nel caso in cui questa view dovesse avverarsi dovremmo vedere un ulteriore ribasso in direzione dei minimi nanuali in area 1,375 euro
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