La Gran Bretagna procede spedita nella realizzazione del progetto di elettrizzazione delle auto. A partire dal 2030 nessun nuovo veicolo a benzina o diesel sarà più immesso nel mercato e per fare questo è opportuno investire nella rete di ricarica. Il parcheggio privato per alimentare la batteria è l'ideale, però solo un terzo dei britannici non ha un parcheggio in strada.
Oggi nel Paese esistono circa 3.600 caricabatterie nelle stazioni e per raggiungere gli obiettivi è necessario rifornirsi di altre 150.000 unità entro il 2025. Londra si unisce quindi a pieno titolo a quello che è il grande obiettivo climatico a livello mondiale che in ogni Continente mira a eliminare completamente le emissioni di carbonio per il 2050.
Negli Stati Uniti, Joe Biden sta moltiplicando gli sforzi per aumentare il livello di circolazione dei mezzi verdi con ogni forma di sussidio e incentivo per produttori e consumatori. L'Europa è diventato il secondo mercato mondiale delle auto elettriche dopo la Cina. E proprio il Dragone sta risparmiando gli operatori del settore dal piano repressivo ampio e coordinato che colpisce ogni strato dell'economia cinese.
Auto elettriche: entro 2025 da Shell 50mila colonnine
Una grande iniziativa è stata presa da Royal Dutch Shell. Il gigante energetico attraverso la sua unità Ubitricity installerà 50.000 postazioni su strada entro la metà del decennio. Il costo totale del progetto non è stato reso noto però, in base ad accordi con il Governo britannico, il 75% dell'investimento verrà coperto con denaro pubblico, il rimanente sarà a carico di Shell.
Il Ministro dei Trasporti del Regno Unito Rachel Maclean ha salutato l'iniziativa con grande entusiasmo, affermando che questo è un ottimo esempio di come il Governo e gli investitori privati collaborino affinché per il futuro venga garantita un'infrastruttura adeguata per i veicoli elettrici.
La società olandese in questi mesi comunque è in prima linea per perseguire gli obiettivi climatici, ancor più che il Tribunale di Amsterdam ha ordinato la riduzione entro il 2030 delle emissioni di CO2 almeno del 45%. Al riguardo Shell ha avanzato una partnership con General Motors per incrementare la presenza delle stazioni di ricarica negli Stati Uniti, in ritardo su questo fronte rispetto ad altre Regioni come l'Europa e la Cina.
Shell: la reazione in Borsa delle azioni
Alla Borsa di Amsterdam la reazione delle azioni Shell è stata positiva, con le quotazioni del titolo in rialzo di circa un punto percentuale, in linea con l'andamento delle principali Borse europee. Le azioni ormai da diversi mesi viaggiano in un intervallo circoscritto tra 15 e 18 euro, dopo che dai minimi di ottobre 2020 hanno intrapreso un rally del 70%, favorito dalla ripresa delle quotazioni del petrolio.
L'ultima trimestrale aveva fatto registrare utili di poco più di 60 centesimi per azione, battendo le previsioni che li davano a circa 51 centesimi. Mentre i ricavi si sono collocati a oltre 51 miliardi di dollari, appena sotto il consensus. Attualmente l'azienda capitalizza 131,37 miliardi di dollari e distribuisce un dividendo di 62 centesimi per azione, con un rendimento del 3,65%.