Continua l’ampliamento delle grandi aziende del settore farmaceutico. Dopo la notizia relativa
all’acquisto di Principia Biopharma da parte di Sanofi anche
Johnson & Johnson entra in gioco, mettendo sul tavolo una proposta da 6,5 miliardi di dollari per Momenta Pharmaceuticals.
J & J sta anche partecipando nella corsa alla
ricerca di un vaccino contro il Coronavirus e ha già preso accordi con la Commissione Europea per la vendita di un lotto iniziale di 200 milioni di dosi (ma ci sono anche accordi con USA e Regno Unito) e punta a
espandersi nel settore dei trattamenti per le malattie autoimmuni.
Johnson & Johnson-Momenta: i dettagli dell’accordo
Con 6,5 miliardi di dollari,
l’operazione punta ad essere la più grande nel settore farmaceutico del 2020, scalzando il deal da Gilead-Forty Seven da 4,9 miliardi di dollari e quello da 3,4 miliardi di Sanofi-Principia. Il colosso farmaceutico pagherà ogni azione dell’azienda di Cambridge 52,5 dollari: a Wall Street, il titolo Momenta vola 69,13% nel premarket.
Rispetto al prezzo di chiusura di ieri, il premio offerto da J&J è del 70,4%. L’operazione dovrebbe concludersi entro la fine del 2020.
Grazie all’accordo l’unità Jennsen di J & J avrà accesso al
Nipocalimab, la
terapia sperimentale di Momenta per il trattamento della miastenia grave, la più frequente malattia della giunzione neuromuscolare che provoca debolezza dei muscoli e altre complicazioni in cui il sistema immunitario attacca il corpo. Il medicinale ha raggiunto il suo obiettivo principale lo scorso luglio nei test di Fase 2. Durante il premarket a Wall street, le azioni Johnson & Johnson sono poco mosse, mettendo a segno un rialzo dello 0,26%.
Johnson & Johnson: analisi tecnica e strategie operative
Da un punto di vista grafico le azioni Johnson & Johnson sembrano
dirette verso il test della resistenza a 157,33 dollari, lasciata in eredità dai massimi del 6 febbraio 2020. La rottura di tale zona è particolarmente importante per i compratori, in quando riuscirebbero ad avere la strada libera per aggiornare i loro massimi storici. Le quotazioni sono inserite in una tendenza rialzista rafforzata dalla capacità delle quotazioni di mantenersi al di sopra della linea di tendenza che unisce i minimi del 23 marzo a quelli del 30 giugno 2020.
Un
segnale negativo verrebbe fornito in caso di ritorno da parte dei prezzi al di sotto di 148 dollari: l’approdo a tale livello darebbe modo ai venditori di spingersi verso i 135 dollari, area di transito della trendline ottenuta collegando i top del 20 e 23 aprile 2020. Operativamente si potrebbe sfruttare un
recupero di 151 dollari per valutare una strategia di natura long in breakout con stop loss a 143,4 e obiettivo sulla successiva soglia psicologica dei 160 dollari.